EMANUELE & OLINALDA - LA VITA È L´ARTE DELL´INCONTRO

A VIDA É A ARTE DO ENCONTRO

Tuesday, July 25, 2006

U.F.O. IN ITALIA

L'epoca fascista
La pletora di letteratura e cinematografia statunitense sugli UFO potrebbe lasciar credere che il fenomeno sia circoscritto all'area nordamericana. In realtà avvistamenti e «incontri ravvicinati» di tutte le tipologie sono avvenuti ed avvengono in ogni parte del mondo. Per quanto concerne segnatamente l'Italia, anzi, il fenomeno è stato registrato ed osservato ben prima del fatidico 1947. Secondo approfonditi studi del presidente del CUN (Centro Ufologico Nazionale), il sociologo ed ex ufficiale dell'Aeronautica Roberto Pinotti, in Italia un'apposita sezione dell'OVRA (Organizzazione per la Viglilanza e la Repressione dell'Antifascismo, la polizia segreta dell'epoca fascista) si occupava già negli anni Trenta dei «velivoli non convenzionali». Il Gabinetto RS/33 - questa la denominazione della commissione segreta - fu voluto direttamente da Mussolini e affidato alla direzione di Guglielmo Marconi.
Marconi non partecipò mai alle riunioni del Gabinetto RS/33, ma credeva negli extraterrestri, ed ha rilasciato al riguardo diverse dichiarazioni: riteneva si potesse comunicare con loro via radio e inoltre, dopo i fatti del ‘33, ebbe un misterioso incontro in America con David Sarnoff dell’Intelligence USA, coinvolto nell’ondata di «razzi fantasmi» del 1946 e nello studio di un celebre avvistamento UFO filmato nel 1966. Tra i membri della commissione faceva c'era anche il Maresciallo dell'Aria Italo Balbo, asso dell'aviazione e pioniere delle trasvolate atlantiche.
Il Duce, in effetti, temeva sopratutto l'esistenza di velivoli stranieri tecnicamente avanzati che potessero dare scacco alla Regia Aeronautica. Dal 1933 al 1940 il Gabinetto RS/33 raccolse una cospicua serie di documenti tra cui vi sarebbe addirittura la notizia - immediatamente censurata - del recupero di un UFO (che ancor oggi la nostra Aeronautica con una giusta punta di autarchia chiama OVNI, Oggetti Volanti Non Identificati) avvenuto in Lombardia il 13 giugno 1933.
L'argomento è esaurientemente trattato da Roberto Pinotti e da Alfredo Lissoni le cui ricerche si possono trovare al link: http://www.cun-italia.net/fasfile/fafil.htm
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Il dopoguerra
Dopo la guerra, in Italia si sono verificate due principali «ondate», nel 1954 e nel 1978-79, pur non mancando alcuni episodi tra il 1950 e 1952, negli anni Sessanta e tra il 1973 e il 1974.
Nel corso del 1978, gli organi di informazione hanno riferito di circa 557 avvistamenti (che salgono a 650 se si sommano quelli del primo bimestre del 1979).
Attualmente il numero di segnalazioni si agfgira intorno ai 100-200 casi all'anno.
La casistica ufologica in Italia è scientificamente analizzata da Roberto Pinotti nel suo libro Ufo: scacchiere Italia da cui attingiamo per presentare alcuni casi «nostrani»:
Abbiamo visto cha l'ondata più importante è quella del 1978: centinaia di dischi volanti vennero segnalati, filmati e fotografati. Nell'Adriatico, all'altezza di Pescara, colonne d'acqua di 40 metri e globi infuocati che fuoriuscivano dal mare paralizzarono per settimane il lavoro dei pescatori, costringendo la Capitaneria di Porto ad intervenire, senza che però venisse risolto il mistero dei misteriosi oggetti sottomarini.
Un'ondata minore si è avuta nel 1983, ed è culminata con la comparsa di un extraterrestre nelle campagne di Varzi. Il passaggio della creatura avrebbe lasciato su alcuni vitigni del pavese una strana sostanza gelatinosa.
In coincidenza con le ondate del 1989, caratterizzate dalla comparsa in tutta Europa di misteriosi ordigni di varia foggia, invano inseguiti anche dai caccia NATO, un curioso caso italiano si verificò nell'estate di quell'anno nel quartiere milanese di Bonola: una notte d'agosto Giuliana Sipala, una tranquilla casalinga, veniva svegliata verso le tre, da un misterioso raggio blu che filtrava attraverso la tapparella. Trovandosi al quarto piano, e non essendoci altre case di fronte, la donna trovò il fatto decisamente strano. Alzatasi, si avvicinò alla finestra e tentò di sollevare la tapparella. Ma non appena toccò la corda, una forte scossa elettrica immobilizzò la donna per qualche momento. La corda non era di metallo e quindi non conduceva elettricità. Con un grande sforzo di volontà la donna riuscì a sollevare la tapparella, giusto in tempo per vedere, dinnanzi a sé, un disco volante luminosissimo. «Era a circa un metro e mezzo da me, fuori dalla finestra. A momenti potevo toccarlo [...] In quel mentre mi girai per chiamare mio marito, che dormiva tranquillo, e mi resi conto di non riuscire a parlare. Poi l'UFO si allontanò [...]. Quando tornai a letto, riuscii a svegliare mio marito. 'C'è un disco volante', gli gridai. Ma lui mi chiuse la bocca farfugliando 'Dormi, dormi, hai sognato'. E così da quel giorno evitai di parlarne ancora ...".
Se la documentazione più corposa riguarda gli avvistamenti di luci e oggetti nel cielo, i casi più interessanti sono quelli in cui compaiono umanoidi o altri strani esseri.
Uno dei casi più celebri è quello verificatosi nelle campagne intorno a Cennina (AR) nell'ormai lontano 1954: il 1º novembre la signora Rosa Lotti Dainelli si stava recando in chiesa per la ricorrenza di Ognissanti. La donna era una umile contadina e per l'occasione indossava il vestito della festa. Dovendo attraversare il bosco si sfilò le scarpe e le calze per non impolverarle. In mano aveva anche un mazzo di garofani da deporre in chiesa sull'altare della Madonna. Giunta in una radura, scorse conficcato nel terreno una sorta di fuso metallico, alto un paio di metri e ingrossato nella parte centrale. All'improvviso da alcuni cespugli sbucarono due esseri apparentemente umani ma alti circa un metro. Indossavano un casco dotato di grossi auricolari, una giubba con bottoni luccicanti e una mantellina. Uno dei due si rivolse alla donna pronunciando alcune parole che poi ella tentò di ricostruire meglio che poté riferendo, non sappiamo quanto precisamente, la frase Loi liu lai lao lua lea (termini che uno studioso di lingue orientali ritiene corrispondano a quelli di un dialetto cinese). Poi la creatura strappò dalle mani della signora Lotti il mazzo di fiori e le calze, anche se la donna oppose una certa resistenza a quello strano tentativo di furto, prima di scappare spaventata nel bosco.
Più recentemente un'ondata di incontri ravvicinati si è verificata nell'estate 1993: l'8 luglio a Lirio, paesino dell'oltrepò pavese, un anziano agricoltore, Domenico Casarini, ebbe un traumatico faccia a faccia con un alieno. Verso le dieci di mattina mentre si trovava sul suo trattore, il testimone vide un umanoide alto due metri che indossava una strana tuta con delle luci sul petto e sulle ginocchia. La creatura, che aveva anche due occhi simili a fanali rossi, si sarebbe alzata in volo sparendo dietro agli alberi. Immediatamente avvertiti dell'accaduto i carabinieri di Montalto Pavese e di Stradella interrogarono per due ore il contadino, cercando invano di farlo cadere in contraddizione. Pochi giorni dopo, un oggetto luminoso sorvolò la vicina Gravellona, sotto gli occhi attoniti dei passanti e di alcuni carabinieri.
Nello stesso periodo a Sulmona, in Abruzzo, un'intera famiglia, nel bel mezzo di un pic nic, avvistò una sonda metallica con antenne, una specie di robottino dai grandi occhi neri. La stessa macchina avrebbe poi superato, in volo a velocità pazzesca, un elicottero dei vigili del fuoco. Pochi mesi dopo, l'omino-robot sarebbe comparso ad un gruppo di esterefatti pescatori nei pressi di Ancona.
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La casistica italiana è ricca di tutte le tipologie di avvistamenti e di «incontri ravvicinati», né mancano le testimonianze di personale qualificato come militari, tecnici radar, piloti civili... Fra tutti i casi quello in assoluto più eclatante, per la drammaticità, per il ripetersi nel tempo e per la eco mediatica, è quello della guardia giurata Pierfortunato Zanfretta.
Riportiamo di seguito i fatti relativi al primo «incontro» di Zanfretta, rimandando per la storia completa al sito: http://www.rinodistefano.com/it/libri/casozanfretta.htm
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6 dicembre 1978 (h 23.30): Fortunato Zanfretta, 26 anni, guardia giurata della Cooperativa Valbisagno, compie il solito giro di controllo delle villette (abitate solo in estate) in località Marzano di Torriglia (Genova). A bordo di una Fiat 126 munita di autoradio si dirige verso l’ultima villa da ispezionare, Villa “Casa Nostra„. A un centinaio di metri dall’abitazione scorge 4 luci bianche disposte a triangolo che si muovono orizzontalmente avanti e indietro ad 1 metro da terra: pensando ad un’azione ladresca, tenta di chiamare la centrale ma si accorge che la radio è fuori uso e i fari della macchina si sono spenti insieme con le luci interne della vettura e quelle del cruscotto. Impugnata una torcia, il guardiano giunge rapidamente al cancello dell’abitazione da dove può osservare con maggiore chiarezza le 4 luci che si muovono a circa 15 metri di distanza, ma non vede alcuno né ode rumori. Il cancello e la porta d’ingresso spalancati, lo persuadono che deve trattarsi di furto ed estrae la pistola. Improvvisamente le 4 luci gli passano velocemente davanti, da sinistra verso destra, scomparendo dietro l'angolo nord della casa. Coraggiosamente Zanfretta decide di sorprendere i ladri andando loro incontro e si porta verso l'angolo sud dell'edificio. Mentre sbircia oltre l’angolo per vedere in quanti sono i ladri, una fortissima spinta alle spalle lo fa rotolare sul prato. Recupera la torcia sfuggitagli e ne puntava il fascio di luce verso il misterioso aggressore. Non è un ladro... ma un essere spaventoso, alto circa 3 metri, con la pelle grigia, rutilante come se fosse grasso o indossasse una tuta molle, sormontato da una testa di circa 60 centimetri di larghezza con “spinoni” aguzzi laterali e due occhi gialli triangolari inclinati verso l’alto. Sorpreso, e terrorizzato il guardiano si precipita verso il cancello e in direzione dell’auto. Contemporaneamente avverte un sibilo fortissimo, insopportabile, e una grande ondata di calore. Voltandosi istintivamente, vede un oggetto triangolare straordinariamente luminoso, accecante, che con un’indescrivibile accelerazione guizza verso lo zenith. In preda al panico, senza chiedersi perché e come i circuiti elettrici della macchina abbiano ripreso a funzionare, urla nel microfono: «…..non sono uomini, non sono uomini…..». Stremato, si accascia al suolo accanto all’auto. Sono ora le 00.16 di giovedì 7 dicembre. Dopo un’ora i colleghi lo trovano in stato di choc, incapace di intendere e di volere, riverso sul prato a sud-est della villa, a circa 80 metri dalla sua auto, con il corpo ed i vestiti caldi malgrado il freddo pungente. Il giorno successivo, i carabinieri scoprono nel prato dove il metronotte è stato ritrovato, una larga traccia semicircolare di circa 3 metri di diametro, e 15 cm di spessore. Un’inchiesta condotta dalle forze dell’ordine accerterannoaccertare che ben 52 testimoni hanno osservato in quelle ore un enorme oggetto luminoso volteggiare sopra Torriglia. Sottoposto a ipnosi, Zanfretta confermerà la sua avventura aggiungendo di essere stato trascinato a forza all’interno di un misterioso veicolo da quattro esseri mostruosi che lo hanno poi minuziosamente esaminato.
Oltre al terrore e al fuoco di fila dell'inchiesta, Zanfretta dovrà fare i conti con l'incredulità e l'ironia degli scettici. Ma presto avrebbe avuto un'altro drammatico incontro...

Wednesday, July 19, 2006

U.F.O.

In alcuni articoli precedenti ci siamo occupati dei misteri legati al Triangolo delle Bermuda e ad altre zone della Terra caratterizzate da anomalie elettromagnetiche e gravitazionali di varia e a volte sconosciuta natura.
Una delle tante teorie che tentano di dare una spiegazione alle numerose sparizioni di navi e aerei con i loro carichi di persone, animali o cose è legata ad un fenomeno che merita uno studio a parte: gli U.F.O.
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U.F.O. ieri e oggi
Il fenomeno degli U.F.O. - acronimo anglosassone di Unidentified Flying Objects, tradotto nelle lingue di derivazione latina con O.V.N.I.,Oggetti Volanti Non Identificati - propriamente detto nasce nel dopoguerra, precisamente il 24 giugno 1947 allorché l'uomo d'affari statunitense Kenneth Arnold avvista «una serie di piatti o dischi lanciati sull'acqua» nei pressi del monte Rainer.
Tuttavia la cronologia degli «avvistamenti» sembra essere ben anteriore al 1947 e perdersi nella notte dei tempi. Alcuni studiosi sottolineano la possibilità che già i testi dell'antichità - dalla Bibbia all'Aramayana (India, I sec. a.C.), dai Manoscritti del Mar Morto (I sec. a.C.) agli Annali di Giuda (839) - contengano più o meno sotto metafora le cronache di misteriosi avvistamenti. Non abbiamo qui lo spazio per approfondire queste ipotesi, ma chi volesse può collegarsi ai numerosi siti internet in tutte le lingue che trattano l'argomento.
Prendendo come punto di partenza il 1947 per giungere ai nostri giorni, osserviamo che si alternano periodi ricchi di avvistamenti con altri di scarsa o assente casistica. Si parla così di «ondate» di avvistamenti e segnalazioni, legate ad una o più aree geografiche.
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Roswell
Pochi giorni dopo l'avvistamento segnalato da Kenneth Arnold, precisamente tra il 2 e il 4 luglio 1947, si colloca l'episodio forse più famoso legato al fenomeno U.F.O.: il «caso Roswell». Forse più noto per il silenzio imposto dal Pentagono (ancor oggi in atto) che per le poche e contraddittorie verità che sono trapelate.
8 luglio: il quotidiano locale Roswell Daily Record pubblica il testo di un documento ufficiale rilasciato dall'addetto stampa della base della USAF di Roswell (ten. Walter Haut) in cui si annuncia il ritrovamento di un «disco volante» precipitato presso Socorro nella proprietà dell'agricoltore MacBrazel che aveva recuperato alcuni rottami ed avvertito lo sceriffo e i militari della base USAF. Il magg. Jesse Marcel, inviato dalla base, esamina i rottami e ne dispone il recupero e il trasferimento presso la base stessa il cui comandante (col. William Blanchard)autorizza il rilascio del comunicato-stampa.
In un lampo la notizia fa il giro degli Stati Uniti e del mondo suscitando una vastissima quanto inaspettata eco. I militari americani si trovano spiazzati e organizzano in fretta un'operazione di copertura: il gen. Roger Ramey, comandante della VIII Armata Aerea stanziata a Forth Worth da cui dipende il 509º Gruppo Bombardieri di Roswell, in una conferenza stampa smantella l'ipotesi extraterrestre «svelando» che si è trattato soltanto di un pallone sonda di cui vengono mostrati i resti. Inizia così quell'operazione di Cover Up che dura tutt'oggi intorno al fenomeno UFO.
I media danno ampio risalto alla smentita del gen. Ramey, ma ciò non impedisce la fuga di notizie circa il presunto ritrovamento degli «occupanti» del disco. In particolare l'addetto alle pompe funebri di Roswell, Glenn Dennis, sosterrà di aver avuto conferma dell'origine aliena degli «occupanti» da una sua amica, infermiera presso la base dell'USAF, presente all'autopsia effettuata sui corpi.
Il Cover Up attuato dai militari americani sortirsce l'effetto di un progressivo affievolirsi dell'interesse intorno al «caso Roswell», nonostante negli anni a venire si verificheranno in tutto il mondo diverse importanti «ondate» di avvistamenti e «incontri» più o meno «ravvicinati».
Soltanto all'inizio degli anni Ottanta, grazie al libro The Roswell Incident (in Italia: Accadde a Roswell) dell'ufologo William Moore e di Charles Berlitz (studioso che, tra l'altro, si è occupato scientificamente anche del Triangolo delle Bermuda), si torna a parlare dei fatti accaduti in New Mexico nel lontano 1947. E nel 1991 si riaprono le indagini, dopo a pubblicazione del libro Ufo-crash at Roswell degli ufologi Kevin Randle e Donald Schmitt. Tornano le voci sui corpi di alieni e relitti di astronavi conservati in varie basi militari americane, congetture che sembrano trovare definitiva conerma nel 1995 allorché il produttore inglese Ray Santilli rivela di possedere vari filmati militari segreti riguardanti il recupero del disco di Roswell e le autopsie di due extraterrestri. Sull'autenticità dei filmati vi sono opinioni discordanti. C'è anche l'ipotesi che siano gli stessi militari ad averli realizzati per poi rivelare la truffa e screditare, così, ogni seria indagine sul fenomeno U.F.O. Comunque, nonostante il cover up, sul «caso Roswell» vi sono delle certezze:
- un «oggetto volante» è precipitato presso Roswell nel luglio 1947 e i militari, come dimostra il comunicato ufficiale, lo hanno recuperato;
- il col. Blanchard viene duramente rimproverato per aver permesso il rilascio del comunicato senza prima sentire i Comandi superiori. Perché se trattavasi di un semplice pallone sonda?
- vari testimoni asseriscono che i rottami del pallone mostrati dal gen. Ramey non sono i rottami che loro hanno visto;
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Area 51
Molti studiosi o semplicemente interessati al fenomeno UFO ritengono che nella base militare statunitense denominata Area 51, vi siano le prove (relitti o addirittura corpi) dell'esistenza degli extraterresti e che qui si svolga (o si sia svolto) un programma di retroingegneria sugli UFO volto alla sperimentazione di nuovi veivoli. Gli scettici sostengono che i numerosi avvistamenti segnalati nella zona siano imputabili solo alla sperimentazione di nuovi aerei militari (tipo gli Stealth). Il governo USA non fornisce informazioni sull'Area 51, tant'è che essa neanche appare nelle mappe, quantunque si ritenga che si trovi più o meno a 190 km da Las Vegas, nel deserto del Nevada, vicino al Groom Lake e riparata dalle Groom Mountains. La base è estesa per circa 2600 km², è attraversata da strade e bunker, pare si sviluppi per circa 90 piani nel sottosuolo ed ospiti anche un poligono di tiro nucleare.
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Avvistamenti, rapiti e contattisti
La letteratura ufologica è assi ampia, così come vastissima è la casistica degli avvistamenti che vanno, come vedremo più avanti, dalla semplice visione di luci o oggetti in cielo (ad occhio nudo o attraverso i radar)fino all'incontro con entità aliene o al rapimento (abduction) di uomini o animali da parte degli extraterrestri. Come accennato più sopra, si sono verificate negli anni vere e proprie «ondate» che hanno interessato diverse aree del pianeta, ma maggiormente gli Stati Uniti (anche se la recente apertura degli archivi della polizia, delle forze armate e dell'intelligence dell'ex-Unione Sovietica ha rivelato un'altrettanto nutrita casistica con una serie inquietante di analogie con i «casi» avvenuti nell'area occidentale). Di massima si può dire che il fenomeno UFO è stato costante (pur con isolati picchi) per tutti gli anni '50. Varie ondate, alternate da momenti di stallo, si sono succedute negli anni '60. In particolare un'«ondata» ci fu in concomitanza con il black-out del 9 novembre 1965 che colpì New York e il Nord-est degli USA e sullo scorcio del decennio, fra il 1968 e il 1969 (anche gli astronauti a bordo dell'Apollo 11 che il 21 luglio 1969 scesero sulla Luna riferirono la presenza di strani oggetti che avevano «seguito» il volo del modulo lunare). La mancanza di energia elettrica e il mal funzionamento di strumenti meccanici ed elettrici sembra essere una costante nei casi di avvistamenti di UFO. Numerose «ondate» si sono succedute per tutti gli anni '70, al punto da ispirare molta letteratura e cinematografia (chi non ricorda 2001. Odissea nello spazio, Incontri ravvicinati del III tipo, Guerre Stellari, E.T., e altre celebri pellicole?). Fasi alterne negli anni '80, '90 e fino ai nostri giorni. L'episodio recente più eclatante è quello avvenuto in Messico il 5 marzo 2004: Un aereo militare impegnato nella lotta ai narcotrafficanti, durante una ricognizione ha individuato 11 sfere volanti che si muovevano apparentemente in formazione ad elevatissima velocità. Le sfere non sono state rilevate visivamente, ma attraverso segnali radar e attraverso l’impiego di una videocamera sensibile ai raggi infrarossi (Sistema di Immagine Termica FLIR). Secondo la testimonianza dei piloti le sfere avrebbero addirittura seguito l’aereo per un certo tratto. Le autorità messicane hanno consegnato ai giornalisti il video che riprende le insolite sfere volanti.
Parallelamente agli avvistamenti si sono verificati nel mondo(dal 1947 ad oggi) anche presunti «rapimenti» da parte di alieni, da distinguere dai casi dei cosiddetti «contattati» o «contattisti» (il più noto di questi è George Adamski) la cui peculiairtà è l'alone di misticismo che permea la loro esperienza e la loro presunta funzione di depositari di messaggi (per lo più di pace e di fratellanza universale) da parte delle entità aliene. I rapimenti veri e propri, invece, sembrerebbero essere mossi perlopiù da scopi di studio, controllo o addirittura impianto in corpore vivis di minuscole e misteriose apparecchiature di alta tecnologia.
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Joseph Allen Hynek
Vuoi per l'abile operazione di cover up attuata dal governo degli USA e avallata da tutti i governi dell'area occidentale, il fenomeno UFO è stato vieppiù ignorato, se non addirittura deriso, dall'establishment scientifico. In effetti lo stesso è accaduto nei paesi del blocco sovietico e in quelli orientali, a conferma della comune volontà delle istituzioni di insabbiare e delegittimare il fenomeno UFO per timore che l'impatto con una civiltà aliena indiscutibilmente superiore possa creare al livello sociale un disorientamento tale da porre in pericolo le stesse istituzioni, il diritto e i valori che costituiscono le basi della nostra civiltà.
Non sono mancati, però, scienziati che, anche a costo dell'emarginazione, hanno seriamente indagato il fenomeno. Fra questi il più eminente è senza dubbio il prof. Joseph Allen Hynek (1910-1986). Astrofisico, per oltre vent'anni consulente del Project Blue Book dell'USAF sugli UFO. Hynek, Professor Emeritus della facoltà di Astronomia della Northwestern University, ha dato dignità scientifica alla ricerca sul problema ufologico suggerendone la prima classificazione in 6 categorie che porta il suo nome:
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Avvistamenti «a distanza»
1)Luci notturne: fonti luminose avvistate nel cielo notturno la cui traiettoria non è riferibile ad aerei, palloni-sonda, meteore o satelliti artificiali e che sovente danno l'impressione di un comportamento intelligente;
2)Oggetti diurni: corpi di aspetto metallico, di forma prevalentemente circolare e colore perlopiù argenteo, capace di prestazioni che sembrano violare le leggi fisiche conosciute: velocità supersoniche senza il caratteristico bang, arresti improvvisi, stazionamenti in aria, accelerazioni fulminee, virate ad angolo retto senza rallentamento, oscillazioni, rotazioni, perdite di quota a «foglia morta».
3)Radar-visuali: apparizioni sullo schermo radar di bersagli ben definiti, non riferibili a malfunzioni radar né a fenomeni atmosferici, con contemporanea percezione visuale, nello stesso punto del cielo esplorato dal radar, di luci od oggetti insolti del tipo descritto nelle due categorie precedenti.
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Incontri ravvicinati
1º tipo: osservazione di oggetto insolito, luminoso, di struttura generalmente circolare, talvolta provvisto di "torretta" o "cupola", silenzioso o, di rado, emettente un suono simile ad un ronzio o ad un sibilo, capace di stazionare in aria, atterrare o decollare con fortissime accelerazioni Osservazione non accompagnata da interazione fra l'oggetto e l'ambiente circostante o i testimoni.
2º tipo:
come il precedente, ma con manifestazione di effetti collaterali di interazione con l'ambiente e/o le persone.
I più comuni effetti sono:
a)Tracce sul terreno (aree circolari di erba bruciata o piegata a vortice, buche di vario diametro e profondità disposte secondo schemi geometrici.
b)Effetti elettromagnetici(interferenze radio, televisori, bussole, circuiti elettrici di automobili).
c)Effetti luminosi insoliti (p.es.: emissione e riassorbimento lento di luce o fasci di luce).
d)Effetti sugli animali (terrore, inquietudine, irritazione...)
e)Effetti sull'uomo(paralisi momentanea, senso di soffocamento, ustioni, disturbi fisici vari come irritazioni agli occhi, nausea, vomito, sonnolenza, etc.)
3º tipo: fenomeni analoghi ai precedenti categorie, ma con contemporanea osservazione di presunti «occupanti». Essi sono descritti di solito come entità animate di aspetto umanoide, di bassa statura (alti poco più di 1 metro), con cranio eccezionalmente sviluppato e dal comportamento ambiguo (a seconda dei casi, fuga, aggressività, indifferenza, cordialità, etc.).
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Sul totale di avvistamenti classificati secondo lo schema di Hynek un 23% non è iscrivibile a fenomeni convenzionali riportati come inspiegati e di questo 23% almeno la metà rimane Non Identificato e le spiegazioni più plausibili avvalorano l’ipotesi di Oggetti Volanti tecnologici extraterrestri. Per i rimanenti: il 27% sono fatti dall’uomo, il 23% sono oggetti spaziali, ed il restante 27% sono di natura astronomica.
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Studi recenti propongono una «estensione» della tabella di Hynek inserendo altre 4 categorie per gli Incontri ravvicinati:
4ºtipo:casi di «abduction» o rapimento di testimoni da parte degli occupanti degli UFO;
5ºtipo:casi di «esogamia» cioé unione biologica con esseri extraterrestri (vedasi i presunti casi, da quello di Villas Boas (Brasile) in poi, implicanti supposti rapporti sessuali fra soggetti umani e «occupanti» di UFO.
6ºtipo:morte del soggetto implicato nell'incontro come conseguenza dell'incontro stesso.
7ºtipo:conseguenze su un piano mentale al di là della materia esperite in alcuni casi dai protagonisti degli incontri ravvicinati di 4ºtipo (sviluppo di facoltà paranormali).
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Tipologia degli UFO
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Tipologia delle razze aliene
Link:
Centro Ufologico Nazionale (Italiano)
NASA (National Aeronautics and Space Administration)
SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence)
CUFOS - Center for UFO Studies

Monday, July 17, 2006

DIMENSIONI, TARLATURE, BUCHI NERI E ANOMALIE GRAVITAZIONALI

Torniamo a parlare delle varie teorie che tentano di spiegare i fenomeni del Triangolo delle Bermuda e delle altre aree conosciute e temute per le numerose sparizioni di navi, aerei, persone ed animali.
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Stephen Hawking, uno dei maggiori scienziati viventi e fra i più brillanti epigoni di Einstein, ha dedicato gran parte dei suoi studi ai Buchi Neri (Black Holes) e le sue ricerche nell'ambito della relatività generale confermano la teoria del Big Bang all'origine dell'universo. Hawking sostiene l'ipotesi che il Big Bang sia derivato da una singolarità iniziale dello spazio-tempo, singolarità che rappresenta una caratteristica di qualsiasi modello dell'universo in espansione. Secondo la cosmologia quantistica di Hawking potrebbero esserci infiniti universi, coesistenti con il nostro, tutti collegati tra loro da una rete infinita di cunicoli spazio-temporali intercomunicanti. Il fisico Sidney Coleman afferma poi che tali cunicoli potrebbero a breve essere oggetto di esperimenti. Coleman ha sommato gli elementi di questa serie infinita ed ha ottenuto un risultato sorprendente: la funzione d’onda dell’universo – quella che, secondo Hawking, permette la collisione di altri universi - preferisce avere una costante cosmologica prossima allo zero (la costante cosmologica, indicata con la lettera greca lambda Λ, è il termine aggiunto da Einstein alle sue equazioni della Relatività Generale allo scopo di ottenere una soluzione statica per il modello cosmologico), proprio come ci si deve attendere per confermare l’ipotesi di infiniti universi paralleli. La ricerca di Coleman potrebbe dimostrare che i cunicoli spazio-temporali che collegano il nostro universo con un numero infinito di universi, sono fondamentali poiché impediscono al nostro universo di avvolgersi fino a formare una piccola sfera compatta o di esplodere scagliando la sua materia verso l’esterno a velocità vertiginosa. I cunicoli, quindi, fungerebbero da elemento stabilizzatore e che garantisce all’universo un relativo equilibrio.
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Dimensioni parallele e tarlature nell’universo.
Un tipico esempio che potrebbe comprovare l’esistenza dei cunicoli spazio-temporali è quello del Boeing 727 della National Airlines (già descritto nell’articolo sul Triangolo delle Bermuda) scomparso dai radar e ricomparso dopo una decina di minuti senza danni ma con tutti gli orologi a bordo rimasti indietro di 10 minuti. Dov’è stato l’aereo in quei 10 minuti? Di certo in una dimensione in cui il tempo è fermo. Probabilmente una curvatura spazio-temporale.
Per capirne un po’ di più è necessario accennare alla Teoria delle tarlature. Sappiamo che i buchi neri hanno una tale forza gravitazionale da catturare persino la luce oltre, naturalmente, a qualsiasi particella di materia arrivi nelle vicinanze. Attorno ad essi persino il tempo si ferma perché con l’aumento della velocità (o della gravitazione, il che è l’istesso) il trascorrere del tempo rallenta. Einstein insegna che se si raggiungesse la velocità della luce (299.792,458 Km/s), il tempo si fermerebbe e si passerebbe nell'iperspazio (che in effetti non è uno spazio, ma un mondo senza spazio e senza tempo). Dove finisce la materia che il buco nero inghiotte? Secondo il fisico John A. Wheeler, che ha formulato la teoria delle tarlature, i punti di partenza collegati, tramite l'iperspazio, con i buchi neri sono i cosiddetti buchi bianchi, che gli astronomi chiamano Quasar (radiosorgente quasi stellare, cioè una sorgente di onde radio rilevabile radioastronomicamente che ha l’aspetto simile ad una stella ma non lo è). Le quasar sono fonti energetiche potentissime nonché luogo di transito per materia ed energia trasportate da un buco nero attraverso l'iperspazio. Secondo Fred Hoyle materia ed energia, giunte nella quasar, vengono ricacciate fuori con la stessa potenza con cui erano state attratte nel buco nero. Wheeler immagina uno spazio che, pur essendo uniformemente piano fino alla grandezza atomica, presenta dei buchi a mo’ di spugna sotto: le tarlature. In base a questa teoria i buchi neri, proprio perché «fuori del tempo», possono fungere da luoghi d’accesso verso altri universi o dimensioni. Il matematico e fisico Roger Penrose, ampliando le teorie einstaniane, ritiene che tutto ciò che viene «inghiottito» dai buchi neri non cade nella singolarità che quelli costituiscono, ma «ci passa attraverso» per poi essere «spinto via» nella struttura spazio-temporale. Da tutto ciò deriva che i buchi neri possono essere visti come tarlature e lo «spazio» attraversato dalle tarlature, chiamato da Meckelburg super-spazio o iperspazio, comprende tutte le «strutture per ora comprensibili ed intelligibili solo al livello matematico e non nei termini normali della fisica, che stanno al di là del nostro universo quadridimensionale». In questo spazio non c’è né spazio, così come lo conosciamo noi, né tempo: perciò l’uscita può avvenire in qualunque tempo, indipendentemente da quando ha luogo l’entrata, e può avvenire in uno qualunque degli infiniti universi che la concezione del «multiverso» contempla.
Abbiamo già visto come Ivan Sanderson abbia individuato una rete di dodici anomalie magnetiche e gravitazionali (5 nell’emisfero boreale, 5 nell’emisfero australe, oltre ai Poli nord e sud)., che danno luogo ad anomalie magnetiche di tempo e di spazio, ad intervalli di 72° intorno alla Terra, situate al 36° latitudine nord e sud (tra latitudine 30º e 40º); La maggioranza di queste aree attive si estendono verso l’est delle masse continentali, dove le correnti calde dell’oceano, che salgono verso nord, s’incontrano con le correnti fredde che scendono verso sud. Inoltre si tratta di aree in cui le correnti di superficie girano da una parte, mentre le correnti sottomarine si volgono verso un’altra direzione. Le grandi correnti superficiali di marea, scorrendo tangenzialmente ed essendo influenzate da diverse temperature, creano vortici magnetici che pregiudicano le comunicazioni radio, il magnetismo, forse sconvolgono anche la gravità e, in particolari condizioni, possono provocare la scomparsa di mezzi marini ed aerei.
Riguardo all’ipotesi dell’uscita da una tarlatura che può avvenire in qualunque tempo a prova dell’esistenza di altre dimensioni, è interessante ricordare l’episodio dell’ammiraglio Richard Byrd. Byrd intraprese voli sopra i campi magnetici intensificati dei Poli e durante un volo sopra il Polo Sud nel 1929 trasmise un racconto apparentemente inverosimile: disse di essere arrivato, attraverso una luce nebulosa, in un’area di terra verde, con laghi non ghiacciati, e diceva di vedere enormi bestie simili a bisonti, altri animali, ed esseri che sembravano uomini primitivi!… Se nelle dodici zone prima menzionate si formano «buchi dimensionali», o «lacerazioni magnetiche nella cortina del tempo» che permettono il passaggio attraverso tarlature, la visione dell’ammiraglio Byrd fu una sorta di visione di come era il Polo Sud in un’epoca preistorica, in cui il ghiaccio ancora non si era formato e la superficie era ricoperta ancora da una fitta vegetazione (come, in effetti, i recenti studi geologici hanno confermati): l’aereo dell’ammiraglio avrebbe praticamente, per pochi minuti, viaggiato nel tempo, precisamente nel passato remoto del nostro pianeta.
Hawking ha osservato nel 1973 che alcuni buchi neri rilasciano particelle. Il che ci fa dedurre che si sono formati al momento dell’origine dell’universo, non solo con il collasso gravitazionale classico, ma per effetti di meccanica quantistica: teoricamente, ai buchi neri e bianchi dell’universo corrispondono, nel mondo dell’infinitamente piccolo, parliamo di grandezze inferiori a quella dell’atomo, i cosiddetti minibuchi neri e bianchi. Grazie a calcoli fisici sappiamo che un buco nero con massa iniziale pari a 10 volte quella del Sole, ruota attorno al proprio asse 1000 volte al secondo, ha un diametro totale di 60 km e, grazie alla forza centrifuga, presenta nel centro una galleria di circa 600 metri di diametro. Un ipotetico shuttle interdimensionale potrebbe utilizzare questa galleria, viaggiando ad una velocità pari a circa il 60% di quella della luce, così da adeguarsi a quella periferica del buco. Si può ipotizzare di poter «addensare» della materia, cioè aprire una tarlatura. Lo shuttle, quindi, costuirebbe nelle sue immediate vicinanze il minibuco nero che gli permetterà di entrare nell’iperspazio, si collocherà davanti al buco in uno «stato vibratorio ad altissima frequenza», fin quando le vibrazioni lo scuotono facendolo entrare in uno stato interdimensionale in risonanza con l’iperspazio presente all’interno della tarlatura. Una volta raggiunto quello stato o forma, lo shuttle potrà muoversi da una dimensione all’altra e all’uscita dalla tarlatura (o dal minibuco bianco) procedere s ritroso recuperando per mezzo delle vibrazioni il suo stato o la sua forma originari. (Infatti lo stato vibratorio ad altissima frequenza avrà modificato la forma dello shuttle prima che questo entri nella tarlatura, secondo il principio della relatività ristretta della contrazione delle lunghezze e della dilatazione dei tempi).
Siccome le varie dimensioni sono tra loro collegate per mezzo dell’iperspazio ovunque ed in qualunque momento, viaggiare tra le dimensioni significa anche viaggiare attraverso la quarta, cioè il tempo. L’inconveniente di tali teorie è che non prevedono un meccanismo di regolazione talché una volta usciti da una tarlatura non è possibile sapere in quale dimensione si sia giunti.

Riassumendo:
1)Esiste un iperspazio, in cui non esistono tempo e spazio, che può collegare qualunque punto di qualunque dimensione con qualunque altro punto di qualunque altra dimensione;
2)Esistono delle tarlature che, come punti di collegamento, permettono di entrare nell’iperspazio e di riuscirne in un qualunque punto di qualunque dimensione;
3)Siccome nell’iperspazio non c’è tempo, il viaggio dura solo il tempo necessario, cioé un tempo nullo, per andare dalla partenza all’ingresso della tarlatura e dalla sua uscita all’atterraggio;
4)Poiché nell’iperspazio non esistono distanze, nel medesimo tempo (equivalente a zero) è possibile raggiungere qualunque punto, indipendentemente dalla distanza che c’è tra le singole dimensioni;
5)Perciò per mezzo delle tarlature e dell’iperspazio è possibile raggiungere qualunque punto di qualunque dimensione, indipendentemente dalla distanza spaziale o temporale a cui si trova: in pratica è possibile compiere viaggi nel tempo e nello spazio, fin nei posti più remoti dell’universo.

È forse questo il segreto del Triangolo delle Bermuda e delle altre zone «maledette» del pianeta?

Sono queste tarlature le aerovie che permettono agli UFO di arrivare fin sulla terra?

Qualche intelligenza aliena o qualche intelligenza di una civiltà scomparsa sono state o sono in grado di «regolare» le entrate e le uscite attraverso le tarlature?

Thursday, July 13, 2006

4 ANOS DE CASADOS

















Quatro anos atrás
as nossas vidas
se juntaram numa vida só
Os nossos destinos
se uniram
num unico destino
e os nossos passos
començaram a seguir
um unico caminho

Quatro anos atrás
a Lua deixou de ser
só a amiga silenciosa
que guardava os segredos do meu coração
e assumiu os traços
do seu rosto
O mar deixou de ser
só um infinito horizonte de agua
assustadora e terrível
como as lembranças
e nas ondas
senti a força
do meu amor pra você

Quatro anos atrás
a luz do dia
não foi mais simplesmente
um dia a mais
mas trouxe a luz da vida
e as noites
não foram mais
solidão e tormento
mas trouxeram o verdadeiro
sentido de viver:
amar até morrer

(13 de julho de 2006)

PENSIERI 2-06










Ho risalito via in Selci
con i suoi muri feriti
un pomeriggio cobalto
di febbraio,
nell'aria già ammiccando
primavera



Scendo nella Suburra
intrigo placentare
di vicoli, grondaie
baretti, cavi,
botteghe polverose

Seguitando
per via Baccina, sorniona,
sosto alla chiesa «de' Monti»
con chi prima di me
e come me in ginocchio
alla Madre dei Cieli
chiedeva qui la forza



Prendo poi Sant'Agata dei Goti
lasciata sinuosa
sulla destra
via Panisperna,

dove la scienza
ha consacrato all'atomo
il nostro fragile esistere,
e per via Mazzarino
sbuco
ebbra di luci
su via Nazionale



Incorniciato
un angolo
di piazza Venezia
su un tramonto d'incendio
mi seduce
a camminare ancora

Vinto da nostalgia
giro sul Corso
- non mi trovavo qui
dagli anni del Liceo
in ora di ricordi -
e subito m'aggroviglia
feroce
solitudine

Non sono più gli stessi
qui i negozi,
nemmeno quelli che c'erano
anche allora...
percossi e scoloriti
dal consumo
monocromo



E questa folla distratta
non guarda più...
reclini gli occhi
sui cellulari
simulando
improbabili impegni

Memorie di vinile
m'accompagnano
al mausoleo
d'Augusto Imperatore
maestosa latrina
dimenticata
tomba
bagnata
solo da lacrime di muschio



E già della luna
consola
discreta una carezza
le rughe
di questa mia città
che nella notte
m'appare
grandiosa
rassegnata

(Roma, 10 febbraio 2006)

Tuesday, July 11, 2006

Os Mistérios do Triângulo das Bermudas

Este artigo é uma versão em Português
(para meus parentes e amigos brasileiros) dos dois artigos antecedentes
Evitado por aviadores experientes e desprezado por pilotos céticos, a zona foi pouco estudada. Um dos que notaram seus fenômenos de modo científico foi o professor Wayne Moshejian, físico da Universidade de Longwood, Virgínia. Observou que, a partir de 1975, satélites da órbita polar ANOA ( Administração Nacional de Oceanografia e Atmosfera ), a uma altitude de 1500km, apresentavam defeitos apenas quando se situavam sobre a região das Bermudas. O prof. Wayne crê que haja algum tipo de energia externa sob a água ou um enorme campo magnético que apaga as fitas magnéticas nas quais as imagens são registradas, mas que por causa misteriosa, tal energia não interfere no padrão orbital do satélite.
Defeitos nos instrumentos são comuns na superfície marítima do Triângulo, situado no Caribe, antigamente batizado de Mar dos Sargaços devido à quantidade de algas e entulho submarino; pilotos de pequenas e grandes embarcações, assim como os de aeronaves comerciais falam de freqüentes mudanças de navegação por bússolas desorientadas. Do seculo XIX a 1976 foram computadas pesadas perdas de aviões e navios na área e que não deixam rastros ou sobreviventes: 143 sumiram sem deixar traços de óleo, destroços ou corpos flutuando. Relatos de testemunhas alarmadas ou gravações de comandantes prestes a morrer nos revelam cenas de pesadelo:
Um Cessna 172 é literalmente caçado por uma "núvem", com perda do piloto;
Um avião Boeing 727da Eastern Airlines sofreu perda de altitude, aterrizando adiantado como se tivesse sido empurrado por un vento a 800km/h. Os passageiros verificaram que seus relógios pararam na hora da sacudida, sendo que a fuselagem estava quase derretida por hipotético jato de calor;
Um membro da tripulação do Queen Elisabeth II vê um avião em rota de colisão com seu navio, mas aquele desaparece no mar como se este se abrisse para ele;
Uma grande "Lua Nascente" emerge do oceano, sendo observada pelo pessoal da USS Josephus Daniels, destróier; o navio é forçado a mudar de curso e o diário de bordo é apreendido no porto;
Alguns oficiais e comandantes afirmam que sentem uma sensação de estranheza e que a visão do mar os engana, fazendo crer que não há terra sob a nave, que o aspecto do oceano muda de cor, que não distinguem o horizonte, ou seja, não observam a habitual linha divisória entre o mar e o céu, mas sim um nevoeiro esbranquiçado ou mesmo verde. Outro mistério, aparentemente sem ligação com o Caribe, é o desaparecimento da família Gerard Gilbert do iate Luny, encontrado à deriva a trinta milhas da praia de Almofala, Ceará; a embarcação vazia de tripulantes, vagava repleta de objetos de valor em seu interior, o que descarta a ação de piratas. O diário de bordo dava como última localização do Luny a ilha de Cabo Verde, Atlântico, em 3 de Dezembro de 1993, sendo o Iate encontrado em 16 de Janeiro de 1994. O Triângulo maldito, na verdade um trapézio, vai da Flórida a Porto Rico, local de forte presença
ufológica, e de Bermuda até Flórida novamente.
Existem mais onze regiões no mundo – individuadas pelo cientista Ivan Sanderson - onde a gravitação e o magnetismo fazem das suas, alterando o espaço e o tempo: entre Marrocos e Algéria, Planalo do Irã, Pacífico Norte, Polo Norte e o Mar do Diabo (Japão-Filipinas); ao sul temos Ilhas Caledônias, no mar Índico temos a região entre Madagascar e Moçambique, Ilhas Tubudi no Pacífico Sul, Ilha de Páscoa e a nossa ensolarada Cabo Frio... além do Polo Sul. Pequenos submarinos de pesquisa encontram, vez por outra, uns animais estranhos que os paleontologistas supõem terem sido extintos: os Plessiosauros. Acidentes mais prosaicos são motivados, na região, entre embarcações e baleias e até enormes cargueiros que atropelam barcos menores. Existem ainda as proverbiais e violentíssimas tempestades com redemoínhos gigantescos, que podem engolir um barco de médio porte. Mas quando se trata de aviões, a coisa se complica, embora os erros de leitura, de direção, do piloto, do mau tempo repentino custem vidas. Por essa razão, estudos feitos reservadamente pelo exército americano sugerem aos pilotos que contornem a área o mais possível, se bem que aeronaves comerciais e navios a cruzam sem nada relatar. Firmas particulares e multinacionais conhecidas demonstram interesse no local e no Atlântico norte (Açores), mas nada divulgam sobre suas pesquisas.
*
Até hoje, as hipóteses variam sobre o desaparecimento de tantos veículos:
Acidentes técnicos, erro humano, tempestades repentinas, choques com animais marinhos, vulcanismo submarino (Anel de Fogo), anomalias magnéticas, bruacos azuis (blue holes), síndrome do pânico na população sem motivo aparente, bolhas d’água que se elevam e tragam tudo o que estiver ao redor, OVNIs e OSNIs, ação de piratas, ação de rede de tráfico de drogas e contrabando, empresas particulares ou governamentais que sequestram tonelagem para fins escusos, armadilhas de tempo em que os pilotos não identificam o local e as condições, abalroamentos não declarados entre duas embarcações e mais... Seja qual for o motivo, a região merece acurada análise de organismos internacionais independentes e científicos, capazes de resolver o mistério; enquanto o assunto estiver nas mãos de uns poucos, mortes e prejuízos continuarão a acontecer, preço muito alto a pagar pelo afã de lucros ou por totalitária intervenção extraterrestre. Devemos evitar o descaso ou criminosa omissão.
*
Vôo 19
O mais famoso de todos os desaparecimentos misteriosos associados ao Triângulo das Bermudas

Às 2h10 da tarde de 5 de dezembro de 1945, cinco torpedeiros-bombardeiros Avenger decolaram da Base Aero-Naval de Fort Lauderdale, Flórida, e rumaram para o leste. O Vôo 19 consistia de 14 homens, todos alunos dos últimos estágios de instrução, à exceção do Comandante, Tenente Charles Taylor. Os cinco pilotos tinham sido transferidos recentemente da Base Aero-Naval de Miami.O objetivo do exercício era ensaiar um bombardeio nas Ilhas Rasas de Hens e Chicken a 90 Km da base e, terminada a missão, os Avengers deveriam seguir 110 Km para o leste e 115 Km para o norte. Depois tomariam o oeste-sudoeste e voltariam para a base, perfazendo os 190 Km restante. Às 3h40 da tarde o piloto e instrutor de vôo, Tenente Robert Cox, quando estava em vias de pousar em Fort Lauderdale, ouviu uma transmissão radiofônica dirigida à Edward Powers, capitão dos Fusileiros Navais, que respondeu: "Não sei onde estamos, acho que nos perdemos depois da última viragem". Fort Lauderdale tentou estabelecer contato com Powers, mas sem resposta imediata. Minutos depois, Cox estabeleceu contato com Taylor, o piloto que falara com Powers. O piloto era o tenente Taylor, que disse à Cox que as bússolas não estavam funcionando, "tenho certeza de que as Ilhas Rasas são aqui, mas...não sei voltar para Fort Lauderdale". Cox mandou-o ir para o norte, na direção de Miami, "já que você está nas Ilhas Rasas".Mas Taylor não estava nas Ilhas Rasas, e sim nas Bahamas, se fosse para o norte iria afastar-se ainda mais para o oceano. As tentativas de Cox e dos demais, no sentido de determinar a localização do Vôo 19, estavam prejudicadas pela péssima comunicação. Taylor, a certa altura, recebeu ordens de passar o controle do vôo para um dos alunos, mas aparentemente não o fez. A conversa entre eles e os demais pilotos do Vôo 19, que fora ouvida, revelava um certo desentendimento. Pouco depois das 4h30 da tarde, Taylor enviou mensagem radiofônica ao Serviço de Embarcações do Porto de Everglades, uma unidade de socorro aero-naval perto de Fort Lauderdale, perguntando:"Vocês acham, como o meu aluno, que nós deveríamos rumar para oeste àquela altura, estaria a salvo.Às 4h45 da tarde, Taylor disse que os Avengers iam para o norte-nordeste, de passagem, e dali tomariam o rumo norte "para nos certificarmos de que não estamos no Golfo do México". Àquela altura o pessoal em terra já estava muito preocupado, pois estava claro que Taylor não estava perdido só temporariamente, como acontece a qualquer piloto, mas que ele não fazia idéia de onde estava. Com a aproximação do pôr-do-sol, a interferência atmosférica nos sinais de rádio aumentou. Em meio à estática, ouviram-se dois pilotos aprendizes reclamando que "se tomássemos o rumo oeste, já teríamos chegado". Mas foram para o norte e depois viraram levemente para o leste, durante alguns minutos. Às 5h15, Taylor chamou o Porto de Everglades: "Estamos rumando para o oeste". E, dirigindo-se aos companheiros, disse que deveriam permanecer unidos, quando o combustível de um deles acabasse, todos desceriam juntos.O sol se pôs às 5h29. Como o mau tempo se aproximasse, vindo do norte, a situação ficava ainda mais premente. Mas ninguém sabia o paradeiro do Vôo 19. Por volta das 6h00, a recepção melhorou por um breve período. Taylor recebeu ordem de mudar para 3.000 quilociclos, a freqüência de emergência, mas não o fez temeroso de que eles e os demais aviões ficassem sem comunicação. Infelizmente, a interferência das rádios comerciais cubanas e a impossibilidade de as demais emissoras litorâneas traduzirem o sinal de treinamento de Fort Lauderdale isolaram o Vôo 19 do resto do mundo.
Minutos antes, às 5h50, o Centro da ComGulf de Avaliação da Orla pensara ter detectado a posição aproximada do vôo, a leste da Praia de New Smyrna, Flórida, e mais ao norte das Bahamas. Às 6h04, Taylor foi ouvido dando ordens aos demais para "virar e voltar para leste". Dois minutos depois, ele repetiu a ordem, explicando: "Acho que teremos mais chances de sermos detectados". Ele ainda pensava que estivesse sobre o Golfo.
Até então nenhum avião de socorro saíra porque a posição não fora transmitida a todas as partes interessadas, muito menos para Taylor e seus companheiros, até que, finalmente, um hidroplano Dumbo, da base de hidroplanos em Dinner Key, saiu de Miami para o rumo nordeste às 6h20, numa tentativa cega para restabelecer contato. O Dumbo logo perdeu contato com o litoral, e houve quem temesse que também ele estivesse perdido. Mas o problema era gelo na antena, e o Dumbo prosseguiu sua busca vã.Na hora seguinte outros aviões juntaram-se a ele, inclusive dois hidroplanos Martin Mariner: "Quando chegamos à posição 5h50 do Vôo 19, por volta das 8h15, o teto era aproximadamente de 240 a 360m. Chovia ocasionalmente. O ar estava muito turbulento e o mar também. Tivemos que usar os instrumentos manuais a noite inteira, embora a espuma das ondas estivesse visível".Entrementes, o Mariner não cumpria o encontro programado e não respondia aos chamados radiofônicos. Às 7h50, a tripulação do SS Gaines Mill avistou um imenso lençol de fogo, era um avião que explodia. Minutos depois, o navio atravessou uma poça enorme de óleo mas, na busca que fez, não encontrou sobreviventes, vivos ou mortos. Chegou a ver alguns destroços, mas os tripulantes sequer tentaram reavê-los por causa da turbulência das águas. As condições atmosféricas pioraram rapidamente.A esquadrilha do Vôo 19 àquela altura já estava sem combustível, e fora dada como desaparecida. A última transmissão de Taylor fora ouvida às 7h04. A busca prosseguira durante a noite, mais lenta por causa da turbulência do ar e do mar. No dia seguinte, centenas de aviões e navios foram procurar em alto-mar, mas não encontraram vestígios dos Avengers e do Mariner desaparecidos. Não foram encontrados na ocasião, nem depois...
Em 3 de abril de 1946, no encerramento da intensa investigação desse desastre aéreo tão divulgado, a Marinha declarou que "a falsa certeza do comandante da esquadrilha quando identificou algumas ilhas como sendo as Ilhas Rasas da Flórida, prejudicaram suas decisões posteriores e confundiram seu raciocínio...Ele ordenara que a esquadrilha fosse para leste...apesar de, sem dúvida alguma, estar a leste da Flórida". A mãe e a tia de Taylor recusaram-se a aceitar esse veredito e a Marinha constitui uma comissão para rever o caso. A comissão, em agosto, anunciou que estava de acordo com a conclusão original. As duas, furiosas, contrataram um advogado e marcaram audiência para o mês de outubro vindouro. Em 19 de novembro, a Comissão de Correção dos Registros Navais retirou o veredito original e atribuiu oficialmente o desastre a "causas e motivos desconhecidos".O destino do Mariner parece relativamente claro. Os Mariners eram conhecidos como "bombas de gás voadoras", capazes de serem detonadas mesmo por um pequeno objeto, como um cigarro aceso ou uma fagulha elétrica. Quanto aos Avengers…

IL MARE DEL DIAVOLO

Il Triangolo delle Bermuda, ha un suo equivalente nel Pacifico, alla medesima latitudine 30º, tra il Giappone e le isole Bonin: il Mare del Diavolo. Anche il Mare del Diavolo, presenta la caratteristica sconcertante del Triangolo delle Bermuda: il nord effettivo coincide con quello magnetico. E anche qui si registrano sparizioni di navi ed aerei al punto che il governo Nipponico ha dichiarato l'area «zona pericolosa». Antiche leggende giapponesi narrano di un mare abitato da demoni e mostri che mietono vittime fra i naviganti, ma i fatti più eclatanti risalgono ad un periodo compreso tra il 1950 ed il 1955, in cui sparirono ben 9 navi di grossa stazza con l'intero equipaggio, tutte senza lasciare alcun relitto o scia di carburante.
Nel 1955 il governo del Sol Levante commissiona una spedizione in questo tratto di mare per capirne la reale pericolosità e… la nave oceanografica Kaiyo Maru n.5, l'equipaggio e gli scienziati a bordo spariscono nel nulla. Sulla scorta del drammatico evento numerosi scienziati decidono di studiare i fenomeni del Mare del Diavolo. Tra loro spicca Ivan Sanderson che, dall'analisi delle principali sparizioni avvenute nel mondo, inquadra sei zone sparse per gli oceani, tutte della medesima forma ed equidistanti. Successivamente Sanderson individua ben 12 di queste zone: 5 nell'emisfero settentrionale e 5 in quello meridionale + i 2 poli.
Le caratteristiche di queste zone sono in sintesi:
1) la maggioranza di esse si estende verso l'Est delle masse continentali;
2) vi si incontrano correnti calde e fredde che procedono in direzioni diverse;
3) sono punti nodali dove le correnti in superficie girano in un senso e quelle sottomarine nel senso opposto.
Tali movimenti di collisioni e le differenze di temperature possono spiegare - secondo Sanderson - il prodursi di vortici elettromagnetici che danneggiano le comunicazioni radio, la gravita in genere e - se assumono una certa intensità - potrebbero cagionare la sparizione di navi ed aerei.Il fatto che il Triangolo delle Bermuda sia l’area più conosciuta si deve - secondo lo scienziato – solo al fatto che è una zona di traffico più intenso.

La zona del Mare del Diavolo e le dieci aree (a cui vanno aggiunti i due poli) individuate da Sanderson

Monday, July 10, 2006

IL TRIANGOLO DELLE BERMUDA

Il Triangolo delle Bermuda è un’area geografica di circa 3.900.000 km compresa fra le Bermuda, Puerto Rico e Melbourne in Florida (dal 55°O all'85°O e dal 30°N al 40°N), in cui sono inspiegabilmente scomparsi navi e aerei.

Fra le scomparse più celebri, quella del volo 19, cinque aerosiluranti statunitensi partiti da Fort Lauderdale (Florida) il 5 dicembre 1945 per una normale esercitazione che non fecero più ritorno insieme con l'idrovolante inviato per le ricerche. Ma abbondano gli episodi di navi scomparse o trovate abbandonate con il cibo ancora caldo nei piatti, aerei spariti senza aver lanciato alcun segnale di soccorso. L'assenza di relitti suffraga il mistero che circonda la regione e dà adito a svariate ipotesi: raggi mortali provenienti da Atlantide, rapimenti da parte degli UFO, forti correnti, fenomeni dovuti alla profondità marina.
Se per le prime cronache possiamo parlare di imprecisioni, distorsioni o superstizioni, altrettanto non può dirsi per i più recenti incidenti che, secondo una stima, hanno causato più di mille vittime solo nel trentennio 1945-1975. Incidenti uniti da un comune denominatore che li differenzia da tutti gli altri che avvengono in altre parti del mondo: pressoché nessuna traccia dell’accaduto, nessun relitto, nessun superstite. Dei mezzi e delle persone si sapeva con esattezza il luogo di partenza e la destinazione; si conoscevano particolari relativi al viaggio trasmessi per radio... poi il nulla!
Le cause delle misteriose sparizioni sono ancora ignote, anche se sono state formulate, come abbiamo accennato, molte teorie: c’è chi sostiene che in quell’area vi siano i resti di un' antica civiltà sommersa da circa 12.000 anni, l’Atlantide, e che i resti di misteriosi apparecchi generanti campi elettromagnetici costruiti da questa leggendaria civiltà siano ancora attivi, disturbando gli strumenti di bordo di navi ed aerei che si trovino a passare in quella zona. Questo però spiega parzialmente le sparizioni che solo in parte potrebbero essere dovute ad incidenti provocati dagli strumenti di bordo «impazziti». Alcuni studiosi sovietici hanno avanzato l'ipotesi che questi campi elettromagnetici modifichino il campo magnetico della Terra ed in determinate condizioni possano provocare spostamenti di navi ed aerei in altri punti del continuum spazio-temporale. In parole povere: navi e aerei sarebbero stati inghiottiti da un' altra dimensione in cui continuerebbero ad esistere. In effetti anche Einstein aveva parlato di universi paralleli e la sua Teoria del campo unificato potrebbe aiutare a far luce su questo mistero... L'ipotesi della scorciatoia spazio-temporale potrebbe trovar conferma in un ulteriore singolarissimo fenomeno osservato in quest’area: alcuni voli, il cui orario è costantemente monitorato e controllato, atterrano - dopo aver sorvolato queste zone - con un tale anticipo possibile soltanto se avessero avuto un vento di coda di circa 800 km/h! Nel Triangolo delle Bermuda, insomma, ci sarebbero dei buchi nel tempo che se presi di striscio causano solo deformazioni temporali, ma se presi in pieno producano la sparizione dell'intero velivolo.

Nei primi anni '70, uno strano incidente turbò l'intero aeroporto di Miami: è atteso il volo 727 della National Airlines, seguito come è prassi dagli uomini radar. Tempo perfetto e vento nella norma. Eppure ad un tratto l'aereo in avvicinamento sparisce dal radar. Vani tutti i tentativi di contatto radio. Poi dopo 10 minuti – quando già si pensa ad un disastro - i radar rilevano di nuovo la sagoma del 727. Il pilota dell'aereo è sorpreso per la preoccupazione della torre di controllo poiché il volo procede tranquillamente e l’aeromobile non ha problemi. L’unica stranezza viene notata appena l'aereo atterra: tutti i passeggeri, il pilota e l'equipaggio hanno nei loro orologi un ritardo di 10 minuti rispetto al tempo reale…

Al largo di Paradise Point, la punta occidentale dell'isola di Bimini. Il professor J. Manson Valentine, zoologo e archeologo dell' Istituto Oceanografico di Bimini, ha rinvenuto a 6 metri di profondità rovine risalenti ad almeno 8-10.000 anni fa. Blocchi di pietra indubbiamente lavorati dall' uomo, che avrebbero potuto far parte di strade ed edifici e che non è apparentemente assurdo collegare con il leggendario «continente sommerso». Altri propendono per la teoria degli UFO, come quel membro dei servizi costieri degli Stati Uniti che dichiarò al giornalista italiano Stelvio Tomei di credere all'esistenza di una base extraterrestre nelle profondità oceaniche. Qui gli alieni vivrebbero in un villaggio sottomarino e farebbero scomparire uomini e mezzi terrestri per le loro ricerche (Gazzetta del Popolo, Torino, 2 febbraio 1975). Altre teorie imputano le sparizioni e i ritrovamenti di navi senza persone a bordo all’opera di pirati, anche se invero molte delle navi ritrovate non erano state depredate del carico o degli oggetti di valore ed a bordo non vi erano tracce di colluttazioni o azioni violente. Questa ipotesi, comunque, non è valida per gli aeroplani! E comunque se tutte le sparizioni fossero imputabili ad incidente aereo, quella del triangolo sarebbe effettivamente una zona «maledetta»! Altri sostengono che la causa sia da ricercarsi nelle correnti marine che creerebbero vortici giganteschi che risucchierebbero in fondo al mare sia piccole imbarcazioni che grandi navi, e nei cicloni che sviluppatisi all'improvviso farebbero precipitare gli aeroplani.

La teoria delle correnti è sostenuta da Mel Fisher, esperto subacqueo e cacciatore di tesori sottomarini che si serve di un particolare strumento, il magnetometro potenziato, per individuare la presenza di metalli nobili e non sotto il limo dei fondali. Fisher ha trovato numerosi relitti di aerei e navi ritenuti da tempo introvabili e in base ai suoi ritrovamenti e allo stato di conservazione dei relitti sostiene che parte delle scomparse avvenute nell'area del Triangolo delle Bermuda siano state causate da bombe inesplose, siluri carichi o mine vaganti risalenti a guerre passate o ad esercitazioni attuali. Egli ritiene che l'individuazione dei relitti è resa problematica dal limo dei fondali, dalle correnti e dai così detti buchi blu. Migliaia di anni fa essi erano caverne che sorgevano fra i monti della terra ferma che, in seguito all'inabissamento di parti del globo terrestre, si sono riempite di acque e sono diventate i rifugi preferiti di grossi pesci e la meta ambita di coraggiosi sub. Essi si diramano in numerosi cunicoli a labirinto, al punto che molti pesci - una volta entrati - non riescono più a uscire e sono percorsi da correnti così forti da potersi equiparare a quelle di un fiume. Correnti che si manifestano in superficie con vortici capaci di risucchiare ogni cosa al loro interno, anche piccole barche. In effetti un oceanografo, durante una serie di rilevamenti sottomarini, trovò incastrato in un buco blu un peschereccio. Ma se i buchi blu possono spiegare la scomparsa di piccole imbarcazioni o barche a remi, non possono assolutamente essere responsabili della sparizione di navi o addirittura aerei.

L'idea dei cicloni potrebbe anch'essa essere plausibile se si riflette sul fatto che la maggioranza dei velivoli scomparsi sono aerei a elica o turboelica molto più lenti e con una tangenza di volo assai inferiore rispetto ai jets (che raramente sono stati coinvolti nelle misteriose sparizioni), perciò più soggetti alle conseguenze di violente turbolenze (soprattutto le cosiddette CAT, Clair Air Turbolence, Turbolenze in aria chiara che si riscontrano nella tropopausa, cioé nell'alta troposfera e nella bassa stratosfera).

Il mistero continua…

Ricordiamo gli episodi più eclatanti:
1840: nave mercantile francese Rosalie partita dall'Europa e diretta nei Carabi. Ritrovata senza equipaggio, in perfetto ordine, con tutto il carico nella stiva, le scialuppe al loro posto e un canarino in gabbia quale solo essere vivente. Non mancavano i pirati in quegli anni, ma perché avrebbero rapito le persone senza impadronirsi della nave e del carico?

1872: nave Mary Celeste avvistata da un bastimento inglese mentre va alla deriva. Anche in questo caso tutto in ordine: viveri, acqua, effetti personali dell'equipaggio. Solo la cabina del capitano appare sprangata, come se questi avesse voluto barricarvisi… ma, poi, da dove era uscito? La Mary Celeste trasportava un carico di alcool in botti, perciò si pensa dapprima ad un incendio, ipotesi poiscartata per la caratteristica dell'alcool di estinguersi dopo una breve fiammata. Forse tutti si sono gettati in mare presi dal panico alla vista del fuoco e non sono più risusciti a raggiungere la nave che si allontanava a vele spiegate?

1881: nave americana Ellen Austin. Viaggiando in pieno Atlantico del nord, in una regione che dovrebbe corrispondere al margine est del triangolo, la Ellen Austin incontra un bastimento a due alberi senza equipaggio ma perfettamente in ordine, con le vele ammainate e pronte per le manovre. Alcuni uomini della Ellen Austin vengono trasferiti a bordo della nave per prenderne possesso e rimorchiarla. Poco dopo le condizioni del mare peggiorarono, i cavi di rimorchio si rompono e i due scafi si perdono di vista. Dopo alcuni giorni l'Ellen Austin ritrova il bastimento… di nuovo deserto: tutti gli uomini trasbordati sono scomparsi! Altri volontari salgono a bordo della goletta, ma anche stavolta una tempesta divide i due natanti e, da allora, né il secondo equipaggio né il bottino saranno ritrovati.
Nella stessa epoca la nave da guerra inglese Atlanta - di ritorno in Europa dopo una crociera di addestramento - scompare insieme a tutti i 300 uomini che sono a bordo. L’ammiragliato inglese organizza una ricerca sistematica, ma senza esito.

1918: la nave da guerra Cyclops scompare misteriosamente nel triangolo con oltre 300 uomini dellaarina degli USA. Siamo in piena I Guerra mondiale, e tra le ipotesi della scomparsa c’è un possibile attacco di sommergibili tedeschi. Scrupolose indagini dopo la fine della guerra, però, porteranno a escludere questa eventualità.

USS Cyclops

1926: scompare nelle acque del triangolo la nave da carico Cottopaxy.

1931: il mercantile Stavenger trasmette per l'ultima volta la propria posizione mentre si trova ad est del Grande Banco della Bahamas. Tutto sembrava procedere regolarmente…


1945 (5 dicembre): durante una missione addestrativa 5 caccia Grumman Avenger decollano dalla base di Fort Lauderdale, circa 20 chilometri a nord di Miami, per andare a bersagliare un pontone situato sul basso fondale corallino che circonda il Grande Banco delle Bahamas. Devono poi percorrere una rotta a nord prima di tornare alla base. Poco più di un'ora dopo il decollo, compiuta l'esercitazione di tiro, i cinque aeroplani sono sulla via del ritorno, ma giunge a Fort Lauderdale un messaggio allarmante: il comandante comunica che non riesce a determinare la posizione, gli strumenti di bordo sembrano impazziti! Anche la costa della Florida, presumibilmente vicina, è scomparsa dalla vista. Il collegamento radio e a terra continua ma è presto chiaro che qualcosa di molto strano sta accadendo ai caccia in volo. Il capo squadriglia e gli altri quattro apparecchi viaggiano alla cieca, esaurendo fatalmente il carburante. Si interrompe anche il contatto radio. Dagli ultimi messaggi si suppone che la squadriglia sia finita sopra il golfo del Messico, ma non si comprende allora come i piloti non abbiano visto la terra sottostante dato che le condizioni del tempo sono buone e la visibilità perfetta. Il comandante della squadriglia, capitano Stivers, trasmette un ultimo messaggio: "Non sappiamo più dov' è l' ovest...è tutto così strano...l 'oceano non è più come dovrebbe essere...voliamo su acqua bianca...". (Il fenomeno dell'acqua bianca in questa zona venne già notato anche da Cristoforo Colombo e sarà osservato persino dagli astronauti). Decollano subito vari aerei di soccorso, tra cui un grosso idrovolante Martin Mariner, che iniziano a perlustrare la zona senza tuttavia sapere dove indirizzare esattamente le ricerche. La disgrazia è certa, a meno che qualcuno dei piloti non sia riuscito ad ammarare e a mettersi in salvo con lo speciale zatterino di cui ogni aereo è dotato. Come se non bastasse, presto il comandante dell'idrovolante Martin Mariner annuncia di essere in difficoltà a causa dei venti molto forti incontrati in quota. Nessun'altra comunicazione giungerà dal Martin Mariner che scomparirà come gli altri. A sera gli aerei perduti sono 6, mancano all’appello 10 uomini della squadriglia più i 13 membri dell'equipaggio del bimotore di soccorso. All'alba del giorno dopo inizia un'operazione di ricerca senza precedenti, con centinaia di aerei, navi, sottomarini e vedette della guardia costiera che proseguirà per diverse settimane… senza il minimo risultato!

1947: un quadrimotore militare C-54 (sigla militare del Douglas DC-4) scompare con 6 uomini a bordo mentre è diretto a una base in Florida.

Douglas C-54

1948: il quadrimotore passeggeri Avro Tudor Star Tiger scompare nei pressi delle Bermude con 31 persone a bordo. Le ultime comunicazioni radio non segnalano nulla di anormale, ma in seguito i contatti cessano e l'apparecchio scompare.

Avro Tudor Star Tiger

Un Douglas DC-3 della statunitense Airborne Transport Inc. proveniente da Puerto Rico e noleggiato da un'agenzia di viaggi di Miami con una quarantina di persone a bordo scompare poco prima dell’atterraggio. Questo incidente è clamoroso, perché si saprà che nell'ultimo contatto radio il pilota ha comunicato di essere ormai prossimo all'arrivo, anzi di intravedere già le luci della città. Tutte le ricerche effettuate, anche in questo caso risulteranno inutili.


1949: il «gemello» dello Star Tiger, lo Star Ariel, sparisce con 20 persone mentre vola dalle Bermude verso la Giamaica. Apparteneva come il precedente ad una compagnia aerea inglese (British South American Airways) che insinua l'idea di un sabotaggio organizzato. Non esiste però alcuna prova in proposito.

1952: un aereo da trasporto York Transport scomparve con trentacinque persone mentre era diretto a Kingston.

Avro York Transport

1951: una vecchia nave da guerra brasiliana, la São Paulo, viaggia al seguito di due grossi rimorchiatori con un piccolo equipaggio addetto alle manovre indispensabili del traino. Le condizioni del tempo obbligano uno dei rimorchiatori a sganciare le gomene per essere più libero di affrontare il mare. La mattina dopo, gli uomini del secondo rimorchiatore si accorgono che anche i loro cavi sono sganciati e che la São Paulo è scomparsa. Avvertite per radio, navi americane e inglesi coadiuvate da aeri iniziano le ricerche, senza trovare alcun relitto.

1954: ancora un aereo della U.S. Navy: un Lockheed Super Constellation partito da Patuxent River nel Maryland, in viaggio verso le Azzorre., scompare con 42 persone a bordo.

1963: la Marine Sulphur Queen, grosso cargo americano con quaranta uomini a bordo, viaggia all'uscita dal golfo del Messico quando un suo messaggio viene ricevuto per l'ultima volta. Considerando che doveva raggiungere un porto nella Virginia, si può arguire che avrebbe in seguito percorso lo stretto della Florida, seguendo la corrente del Golfo (passaggio obbligato per tutti i mezzi diretti a nord, e per giunta largo appena una cinquantina di miglia). Come si può svanire in questa zona sempre trafficata? Tuttavia la Marine non verrà più vista e non arriverà mai in Virginia. Per due settimane mezzi della guardia costiera americana perlustrano il mare a nord di Cuba. Solo un salvagente viene ripescato, ma ulteriori ricerche che non porteranno altri risultati.

Due jet cisterna Boeing KC-135 (sigla militare del Boeing 707) della USAF scompaiono 300 miglia a sud ovest delle Bermuda con 11 persone. Quando i loro rottami vengono rinvenuti nei pressi delle Bermuda si pensa a una collisione in volo, ma il ritrovamento di altri relitti, 160 miglia distanti, infittisce il mistero: se non si erano scontrati tra loro, perché erano precipitati simultaneamente?

1965: un C-119 dell'Air Force scompare senza spiegazioni dopo che il comandante, in perfetta calma, lancia un incomprensibile messaggio - «Roger. Miami overseas, 6567» - che non viene captato da Miami, come sarebbe normale, ma da New York… a una distanza di 1.300 miglia!

1966: il rimorchiatore Southern Cities traina una chiatta si 65 metri, carica di prodotti chimici e fertilizzanti. Alcuni giorni dopo il rimorchiatore smette di dare notizie e alcuni aerei della guardia costiera individuano la chiatta che non reca segni di danni. Nessuna traccia del Southern Cities e dei suoi uomini.

1967: svanisce nel nulla un aereo da trasporto Chase YC-122 durante un breve volo tra Fort Lauderdale e Bimini.

1968: il sottomarino nucleare americano Scorpion scompare mentre viaggia dalle Azzorre diretto alla base in Virginia. Il pensiero di 92 uomini imprigionati nello scafo tiene desta per giorni l'attenzione del mondo. Stavolta la perdita è troppo importante per la U.S. Navy che impegna una serie impressionante di mezzi per rintracciare il sommergibile. Solo dopo molti mesi si ha notizia che una nave appositamente attrezzata ha individuato il relitto un migliaio di chilometri a sud-ovest delle Azzorre. Ne danno conferma anche varie foto scattate sul fondale di oltre 3.000 metri su cui giace ciò che può essere lo Scorpion. In questo caso dunque non si può parlare di sparizione, ma le cause della sciagura come l'esito delle successive ricerche rimarranno chiuse in un geloso riserbo. Da quanto emerso tuttavia, sembra che la perdita del sottomarino non sia avvenuta propriamente dentro i limiti del cosiddetto triangolo.


Lo Scorpion in navigazione e una foto subacquea del relitto

1969: malgrado le ottime condizioni meteorologiche, vengono ritrovate cinque imbarcazioni abbandonate. Anche Bill Verity, un navigatore esperto, scomparve nel Triangolo.
1971: scompaiono misteriosamente le navi da carico Elizabeth e El Caribe.
1973: la carboniera tedesca Anita, che tornava in Europa, svanisce con 34 uomini a bordo.
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Molti degli aeroplani sono svaniti mentre si trovavano in contatto radio con la loro base o con il terminal a cui erano diretti fino al momento stesso della loro sparizione, mentre altri hanno trasmesso per radio i messaggi più straordinari, dicendo che gli strumenti di bordo avevano smesso di funzionare, che le bussole impazzivano, che il cielo era diventato giallo e nebbioso e che l' oceano non aveva un aspetto normale…
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Qui di seguito l’elenco di navi ed aerei scomparsi o ritrovati in condizioni misteriose; vi è indicata la rotta
o l 'ultima posizione rilevata, ed il numero delle persone a bordo (se noto):
1840- ROSALIE (nave) ritrovata abbandonata in rotta tra la Francia e Cuba.
1843- U.S.S. GRANPUS (nave) scomparsa al largo di S. Augustin con 48 persone.
1854- BELLA (goletta) ritrovata abbandonata nei pressi delle Indie occidentali.
1855- JAMES B. CHESTER (nave) ritrovata abbandonata a sud ovest delle Azzorre.
1872- MARY CELESTE (brigantino) ritrovata a Nord delle Azzorre senza equipaggio (10 persone).
1880- H.M.S. Atalanta (nave scuola) scomparsa sulla rotta Bermuda-Inghilterra con 290 persone.
1902- FREYA (brigantino) ritrovato abbandonato sulla rotta Cuba-Cile.
1908- BALTIMORE (brigantino) scomparso ad est di Hampton Roads, Virginia con 9 persone.
1908- GEORGE F. VREELAND (goletta) scomparsa ad est di Hampton Roads, Virginia, 7 persone.
1909- GEORGE TAULANE (goletta) scomparsa ad est della costa della Georgia con 7 persone.
1909 - SPRAY (barca) scomparsa sulla rotta Miami-Indie occidentali con 1 persona a bordo.
1909 - MARTHA S. BEMENT (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 7 persone.
1909 - MAGGIE S. HART (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 8 persone.
1909 - AUBURN (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 9 persone.
1909 - ANNA R, BISHOP (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 7 persone.
1910 - U.S.S. NINA (piroscafo a vapore) scomparso a Sud di Savannah, Georgia.
1910 - CHARLES W. PARKER (batt. a vapore) scomparso a est della costa del Jersey ,17 persone.
1913 - GEORGE A. LAWRY (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 6 persone.
1914 - BENJAMINE F. POOLE (goletta) scomp. ad est di Wilmington, Carolina del Nord, 8 persone.
1914 - FITZ J. BABSON (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 7 persone.
1915 - BERTHA L. BASKER (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-St. Martin.
1915 - SILVA (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Antille olandesi.
1915 - MAUDE B. KRUM (goletta) scomparsa ad est di St. Andrews, Florida, con 7 persone.
1916 - BROWN BROS. (brigantino) scomparso ad est di Savannah, Georgia con 12 persone.
1917 - TIMANDRA (nave-cargo) scomparsa ad est di Norfolk, Virginia con 19 persone.
1918 - U.S.S. CYCLOPS (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Barbados-Norfolk con 309 persone.
1919 - BAYARD HOPKINS (goletta) scomparsa ad est di Norfolk, Virginia con 6 persone.
1920 - AMELIA ZEMAN (goletta) scomparsa ad est di Norfolk, virginia con 9 persone.
1920 - HEWITT (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - CARROL A. DEERING (nave) ritrovata abbandonata eccetto che per 2 gatti, a Capo Hatteras.
1921 - BAGDAD (goletta) scomparsa al largo di Key West, Florida, con 8 persone.
1921 - MONTE S. MICHELE (piroscafo a vapore) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1921 - ESPERANZA DE LARRINAGA (piroscafo a vapore) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1921 - OTTAWA (nave cisterna) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - CABEDELLO (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - STEINSUND (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - FLORINO (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - SWARTSKOG (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - ALBYAN (brigantino) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1921 - YUTE (piroscafo a vapore) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1922 - SEDGWICK (goletta) scomparsa ad est di Charleston, Carolina del Sud con 6 persone.
1922 - RAIFUKU MARU (nave-cargo) scomparsa ad est delle Bahamas.
1925 - COTOPAXI (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Charleston-L' Avana.
1926 - PORTA NOCA (nave passeggeri) scomparsa tra l' Isola dei Pini e Grand Cayman.
1926- SUDUFFCO (nave-cargo) scomparsa a sud di Port Newark con 29 persone.
1931 - STAVANGER (nave-cargo) scomparsa a sud di Cat Island, Bahamas, con 43 persone.
1931 - CURTIS ROBIN (aereo) scomparso al largo di Palm Beach, Florida con 2 persone.
1932 - JOHN & MARY (goletta) ritrovata abbandonata 50 miglia a sud delle Bermuda.
1935 - WRIGHT WHIRLWIND (aereo) scomparso sulla rotta L' Avana-Isola dei Pini con 3 persone.
1938 - ANGLO AUSTRALIAN (nave-cargo) scomparsa a sud ovest delle Azzorre con 39 persone.
1940 - GLORIA COLITE (goletta) ritrovata abbandonata 200 miglia a sud di Mobile, Alabama.
1941 - PROTEUS (nave-cargo gemello della Cyclops) scomp. sulla rotta St.Thomas-Norfolk, Virginia.
1941- NEREUS (nave-cargo gemello della Cyclops) scomp. sulla rotta St. Thomas-Norfolk, Virginia.
1941- MAHUKONA (nave-cargo) scomparsa 600 miglia ad est di Jacksonville, Florida.
1942 - PAULUS (nave passeggeri) scomparsa sulla rotta Indie occidentali-Halifax.
1943 - MARTIN MARINER (nave) scomparsa 150 miglia a sud di Norfolk, Virginia, con 19 persone.
1944 - RUBICON (nave-cargo) ritrovato abbandonata, eccetto che per un cane, al largo della Florida.
1945 - B-25 (aereo) scomparso sulla rotta tra le Bermuda e le Azzorre, con 9 persone.
1945- PB-4YM (aereo) scomparso sulla rotta tra Miami e le Bahamas, con 15 persone.
1945 - Cinque TBM AVENGERS (aerei) scomparsi 225 miglia nordest di Fort Lauderdale, 14 persone.
1945 - MARTIN MARINER (idrovolante) scomp. 225 miglia nordest di Fort Lauderdale, 13 persone.
1945 - VALMORE (goletta) scomparsa al largo della Carolina del Nord con 4 persone.
1946 - CYTI BELLE (goletta) ritrovata abbandonata 300 miglia a sudest di Miami, Florida, 22 persone.
1947 - Superfortezza C-54 (aereo) scomparso 100 miglia dalle Bermuda.
1948 - STAR TIGER (aereo) scomparso a nord est delle Bermuda, con 31 persone.
1948 - SAM KEY (nave) scomparsa a nord ovest delle Azzorre, con 43 persone.
1948 - AL SNYDER (motoscafo) ritrovato abbandonato sulla rotta Sandy Key-Rabbit Key, 3 persone.
1948 - WILD GOOSE (natante a rimorchio) scomparso nei pressi di Tongue of the ocean, 4 persone.
1948 - DC-3 (aereo passeggeri) scomparso a 50 miglia da Miami, Florida, con 35 persone.
1949 - STAR ARIEL (aereo gemello dello Star Tiger) scomp. tra Bermuda e Giamaica, 20 persone.
1949 - DRIFTWOOD (peschereccio) scomparso tra Fort Lauderdale, Florida e Bimini, 5 persone.
1950 - GLOBEMASTER (aereo) scomparso nel lato settentrionale del Triangolo.
1950 - SANDRA (nave-cargo) scomparsa tra Puerto Cabello e Savannah, 15 persone.
1951 - SAO PAULO (incroc. a rimorchio, 20.000 tonn.) scomp. a sudovest delle Azzorre, 8 persone.
1952 - YORK TRANSPORT (aereo) scomparso a nord ovest delle Bermuda, 39 persone.
1952 - PBY della Marina (aereo) scomparso ad est della Giamaica, con 8 persone.
1954 - U.S. NAVY CONSTELLATION (aereo) scomparso a nord delle Bermuda, con 42 persone.
1954 - SOUTHERN DISTRICTS (nave-cisterna) scomparsa al largo della Carolina, con 23 persone.
1955 - HOME SWEET HOME (goletta) scomparsa sulla rotta Bermuda-Antigua con 7 persone.
1955 - CONNEMARA IV (yacht) scomparso 400 miglia a sud ovest della Bermuda.
1956 - B-25 (aereo) scomparso a sud est della Tongue of the Ocean con 3 persone.
1956 - BOUNTY (goletta) scomparsa sulla rotta tra Miami e Bimini, con 4 persone.
1956 - U.S. NAVY P5M (aereo) scomparso 300 miglia a sud delle Bermuda, con 10 persone.
1958 - REVONOC (yacht) scomparso sulla rotta tra Key West e Miami, Florida, con 5 persone.
1961 - CALLISTA III (nave) scomparsa sulla rotta tra le Bahamas e la Carolina del Nord, 5 persone.
1962 - KB-50 (aereo militare) scomparso ad est di Langley Field, Virginia, con 8 persone.
1962 - WINDFALL (goletta) scomparsa al largo delle Bermuda.
1962 - EVANGELINE (goletta) scomparsa sulla rotta Miami-Bahamas.
1963 - MARINE SULPHUR QUEEN (nave-cargo) scomparsa nello stretto della Florida, 39 persone.
1963 - SNO' BOY (peschereccio) scomparso a sud est della Giamaica, con 40 persone.
1963 - Due KC-135 (jet militari) scomparsi 300 miglia a sud ovest delle Bermuda, con 11 persone.
1963 - C-132 CARGOMASTER (aereo) scomparso ad ovest delle Azzorre, con 10 persone.
1965 - C-119 (aereo-cargo militare) scomp. nei pressi della Air Force Base Grand Turk, 10 persone.
1965 - EL GATO (battello) scomparso sulla rotta tra Great Inagua e Grand Turk, con 1 persona.
1966 - SOUTHERN CITIES (rimorchiatore) scomparso sulla rotta tra Texas e Messico, 6 persone.
1966 - Piper CHEROKEE (aereo) scomparso sulla rotta tra Bimini e Miami, Florida, con 2 persone.
1967 - CHASE YC-122 (aereo) scomp. sulla rotta tra Palm Beach, Florida-Grand Bahama, 4 persone.
1967 - BEECHCRAFT BONANZA (aereo) scomparso al largo di Key Largo, con 4 persone.
1967 - Bimotore BEECHCRAFT (aereo) scomparso sulla rotta Giamaica-Nassau, con 2 persone.
1967 - WITCHCRAFT (motoscafo) scomparso ad 1 miglio da Miami, Florida, con 2 persone.
1968 - ELIZABETH (nave-cargo) scomparsa nei pressi di Windward Passage.
1968 - ITHACA ISLAND (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Norfolk-inghilterra, con 29 persone.
1969 - CESSNA 172 (aereo) scomparso vicino a Grand Turk, Bahamas, con 2 persone.
1969 - TEIGNMAUTH ELECTRON (catamarano) scomparso 700 miglia ad ovest delle Azzorre.
1969 - SOUTHERN CROSS (yacht) scomparso al largo di Capo May.
1970 - MILTON IATRIDIS (nave-cargo) scomp. sulla rotta New Orleans-Africa occ., 30 persone.
1971 - CARIBE (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Colombia-Rep- Dominicana, con 28 persone.
1971 - LUCKY EDUR (peschereccio) ritrovato abbandonato al largo del Jersey, 10 persone.
1973 - ANITA (nave-cargo) scomparsa ad est di Norfolk, Virginia, con 32 persone.1973 - DEFIANCE (yacht) ritrovato abbandonato e perso nuovamente a nord di S. Domingo, 4 pers.
1973 - NAVION 16 (aereo) scomparso sulla rotta tra Freeport e West Palm Beach, Florida, 2 persone.
1973 - BEECHCRAFT BONANZA (aereo) scomp. sulla rotta tra Fort Lauderdale e Gret Abaco, 4 pers.
1973 - MARTIN MARINER PBM (aereo) scomp. 150 miglia a sud di Norfolk, Virginia, con 19 persone.
1974 - SABA BANK (yacht) scomparso sulla rotta Nassau- Miami, Florida , con 4 persone.
1974 - CHEROKEE SIX (aereo) scomp. sulla rotta West Palm Beach, Florida-Bahamas, 6 persone.
1974 - DUTCH TREAT (yacht) scomparso sulla rotta Cat Cay-Miami, Florida.
1975 - LOCKEED LODESTAR (aereo) scomp. sulla rotta Grand Cayman- Fort Lauderdale, 4 pers.
1975 - DAWN (battello) scomparso ad est di Florida Keys, con 3 persone.
1975 - MAGNUM (fuoribordo) ritr. abbandonato con mot. acceso 20 miglia est West End, Bahamas.
1975 - MERIDIAN (battello a vela) scomparso sulla rotta Bermuda-Norfolk, Virginia, con 5 persone.
1975 - Bimotore BEECHCRAFT (aereo) scomparso ad ovest di Great inagua, Bahamas, 3 persone.
1975 - BOUNDLESS (rimorchiatore) scomparso sulla rotta Miami, Florida-San Juan, con 5 persone.
1975 - SPEED ARTIST (natante) scomparso sulla rotta Barbados-Guadalupe, con 5 persone.
1975 - IMBROSS (nave-cisterna) scomparsa al largo della Florida in rotta verso il Canada, 22 pers.
1975 - DROSIA (nave-cargo) scomparsa al largo di Cape Hatteras.
1976 - HIGH FLIGHT (veliero) scomparso sulla rotta Miami, Florida-Bimini.
Per approfondire:
Vincent Gaddis, Il Triangolo Maledetto, USA 1965, ed. it. Armenia 1977
Ivan Sanderson, Invisible Residents, USA 1970 e Investigating the Unexplained, USA 1972
Charles Berlitz, Bermuda: Triangolo maledetto, ed. it. Sperling & Kupfer, 1976 (il saggio più celebre e scientifico sull'argomento)
John W. Spencer, No Earthly Explanation (Nessuna spiegazione terrestre). Spencer sostiene la tesi dei periodici sequestri di uomini e mezzi attuati da entità aliene che da tempo svolgono esperimenti biologici sull'uomo e include in questo programma tutti i casi ufologici di abduction. Avvalorano la tesi ufologica anche numerose testimonianze da parte di pescatori, marinai ed aviatori, della comparsa sui banchi coralliferi di Moselle Reef di oggetti luminosi non identificati e della concomitante avaria delle loro strumentazioni elettromagnetiche.