PENSIERI 2-06
Ho risalito via in Selci
con i suoi muri feriti
un pomeriggio cobalto
di febbraio,
nell'aria già ammiccando
primavera
Scendo nella Suburra
intrigo placentare
di vicoli, grondaie
baretti, cavi,
botteghe polverose
Seguitando
per via Baccina, sorniona,
sosto alla chiesa «de' Monti»
con chi prima di me
e come me in ginocchio
alla Madre dei Cieli
chiedeva qui la forza
Prendo poi Sant'Agata dei Goti
lasciata sinuosa
sulla destra
via Panisperna,
dove la scienza
ha consacrato all'atomo
il nostro fragile esistere,
e per via Mazzarino
sbuco
ebbra di luci
su via Nazionale
Incorniciato
un angolo
di piazza Venezia
su un tramonto d'incendio
mi seduce
a camminare ancora
Vinto da nostalgia
giro sul Corso
- non mi trovavo qui
dagli anni del Liceo
in ora di ricordi -
e subito m'aggroviglia
feroce
solitudine
Non sono più gli stessi
qui i negozi,
nemmeno quelli che c'erano
anche allora...
percossi e scoloriti
dal consumo
monocromo
E questa folla distratta
non guarda più...
reclini gli occhi
sui cellulari
simulando
improbabili impegni
Memorie di vinile
m'accompagnano
al mausoleo
d'Augusto Imperatore
maestosa latrina
dimenticata
tomba
bagnata
solo da lacrime di muschio
E già della luna
consola
discreta una carezza
le rughe
di questa mia città
che nella notte
m'appare
grandiosa
rassegnata
(Roma, 10 febbraio 2006)
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