EMANUELE & OLINALDA - LA VITA È L´ARTE DELL´INCONTRO

A VIDA É A ARTE DO ENCONTRO

Tuesday, July 25, 2006

U.F.O. IN ITALIA

L'epoca fascista
La pletora di letteratura e cinematografia statunitense sugli UFO potrebbe lasciar credere che il fenomeno sia circoscritto all'area nordamericana. In realtà avvistamenti e «incontri ravvicinati» di tutte le tipologie sono avvenuti ed avvengono in ogni parte del mondo. Per quanto concerne segnatamente l'Italia, anzi, il fenomeno è stato registrato ed osservato ben prima del fatidico 1947. Secondo approfonditi studi del presidente del CUN (Centro Ufologico Nazionale), il sociologo ed ex ufficiale dell'Aeronautica Roberto Pinotti, in Italia un'apposita sezione dell'OVRA (Organizzazione per la Viglilanza e la Repressione dell'Antifascismo, la polizia segreta dell'epoca fascista) si occupava già negli anni Trenta dei «velivoli non convenzionali». Il Gabinetto RS/33 - questa la denominazione della commissione segreta - fu voluto direttamente da Mussolini e affidato alla direzione di Guglielmo Marconi.
Marconi non partecipò mai alle riunioni del Gabinetto RS/33, ma credeva negli extraterrestri, ed ha rilasciato al riguardo diverse dichiarazioni: riteneva si potesse comunicare con loro via radio e inoltre, dopo i fatti del ‘33, ebbe un misterioso incontro in America con David Sarnoff dell’Intelligence USA, coinvolto nell’ondata di «razzi fantasmi» del 1946 e nello studio di un celebre avvistamento UFO filmato nel 1966. Tra i membri della commissione faceva c'era anche il Maresciallo dell'Aria Italo Balbo, asso dell'aviazione e pioniere delle trasvolate atlantiche.
Il Duce, in effetti, temeva sopratutto l'esistenza di velivoli stranieri tecnicamente avanzati che potessero dare scacco alla Regia Aeronautica. Dal 1933 al 1940 il Gabinetto RS/33 raccolse una cospicua serie di documenti tra cui vi sarebbe addirittura la notizia - immediatamente censurata - del recupero di un UFO (che ancor oggi la nostra Aeronautica con una giusta punta di autarchia chiama OVNI, Oggetti Volanti Non Identificati) avvenuto in Lombardia il 13 giugno 1933.
L'argomento è esaurientemente trattato da Roberto Pinotti e da Alfredo Lissoni le cui ricerche si possono trovare al link: http://www.cun-italia.net/fasfile/fafil.htm
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Il dopoguerra
Dopo la guerra, in Italia si sono verificate due principali «ondate», nel 1954 e nel 1978-79, pur non mancando alcuni episodi tra il 1950 e 1952, negli anni Sessanta e tra il 1973 e il 1974.
Nel corso del 1978, gli organi di informazione hanno riferito di circa 557 avvistamenti (che salgono a 650 se si sommano quelli del primo bimestre del 1979).
Attualmente il numero di segnalazioni si agfgira intorno ai 100-200 casi all'anno.
La casistica ufologica in Italia è scientificamente analizzata da Roberto Pinotti nel suo libro Ufo: scacchiere Italia da cui attingiamo per presentare alcuni casi «nostrani»:
Abbiamo visto cha l'ondata più importante è quella del 1978: centinaia di dischi volanti vennero segnalati, filmati e fotografati. Nell'Adriatico, all'altezza di Pescara, colonne d'acqua di 40 metri e globi infuocati che fuoriuscivano dal mare paralizzarono per settimane il lavoro dei pescatori, costringendo la Capitaneria di Porto ad intervenire, senza che però venisse risolto il mistero dei misteriosi oggetti sottomarini.
Un'ondata minore si è avuta nel 1983, ed è culminata con la comparsa di un extraterrestre nelle campagne di Varzi. Il passaggio della creatura avrebbe lasciato su alcuni vitigni del pavese una strana sostanza gelatinosa.
In coincidenza con le ondate del 1989, caratterizzate dalla comparsa in tutta Europa di misteriosi ordigni di varia foggia, invano inseguiti anche dai caccia NATO, un curioso caso italiano si verificò nell'estate di quell'anno nel quartiere milanese di Bonola: una notte d'agosto Giuliana Sipala, una tranquilla casalinga, veniva svegliata verso le tre, da un misterioso raggio blu che filtrava attraverso la tapparella. Trovandosi al quarto piano, e non essendoci altre case di fronte, la donna trovò il fatto decisamente strano. Alzatasi, si avvicinò alla finestra e tentò di sollevare la tapparella. Ma non appena toccò la corda, una forte scossa elettrica immobilizzò la donna per qualche momento. La corda non era di metallo e quindi non conduceva elettricità. Con un grande sforzo di volontà la donna riuscì a sollevare la tapparella, giusto in tempo per vedere, dinnanzi a sé, un disco volante luminosissimo. «Era a circa un metro e mezzo da me, fuori dalla finestra. A momenti potevo toccarlo [...] In quel mentre mi girai per chiamare mio marito, che dormiva tranquillo, e mi resi conto di non riuscire a parlare. Poi l'UFO si allontanò [...]. Quando tornai a letto, riuscii a svegliare mio marito. 'C'è un disco volante', gli gridai. Ma lui mi chiuse la bocca farfugliando 'Dormi, dormi, hai sognato'. E così da quel giorno evitai di parlarne ancora ...".
Se la documentazione più corposa riguarda gli avvistamenti di luci e oggetti nel cielo, i casi più interessanti sono quelli in cui compaiono umanoidi o altri strani esseri.
Uno dei casi più celebri è quello verificatosi nelle campagne intorno a Cennina (AR) nell'ormai lontano 1954: il 1º novembre la signora Rosa Lotti Dainelli si stava recando in chiesa per la ricorrenza di Ognissanti. La donna era una umile contadina e per l'occasione indossava il vestito della festa. Dovendo attraversare il bosco si sfilò le scarpe e le calze per non impolverarle. In mano aveva anche un mazzo di garofani da deporre in chiesa sull'altare della Madonna. Giunta in una radura, scorse conficcato nel terreno una sorta di fuso metallico, alto un paio di metri e ingrossato nella parte centrale. All'improvviso da alcuni cespugli sbucarono due esseri apparentemente umani ma alti circa un metro. Indossavano un casco dotato di grossi auricolari, una giubba con bottoni luccicanti e una mantellina. Uno dei due si rivolse alla donna pronunciando alcune parole che poi ella tentò di ricostruire meglio che poté riferendo, non sappiamo quanto precisamente, la frase Loi liu lai lao lua lea (termini che uno studioso di lingue orientali ritiene corrispondano a quelli di un dialetto cinese). Poi la creatura strappò dalle mani della signora Lotti il mazzo di fiori e le calze, anche se la donna oppose una certa resistenza a quello strano tentativo di furto, prima di scappare spaventata nel bosco.
Più recentemente un'ondata di incontri ravvicinati si è verificata nell'estate 1993: l'8 luglio a Lirio, paesino dell'oltrepò pavese, un anziano agricoltore, Domenico Casarini, ebbe un traumatico faccia a faccia con un alieno. Verso le dieci di mattina mentre si trovava sul suo trattore, il testimone vide un umanoide alto due metri che indossava una strana tuta con delle luci sul petto e sulle ginocchia. La creatura, che aveva anche due occhi simili a fanali rossi, si sarebbe alzata in volo sparendo dietro agli alberi. Immediatamente avvertiti dell'accaduto i carabinieri di Montalto Pavese e di Stradella interrogarono per due ore il contadino, cercando invano di farlo cadere in contraddizione. Pochi giorni dopo, un oggetto luminoso sorvolò la vicina Gravellona, sotto gli occhi attoniti dei passanti e di alcuni carabinieri.
Nello stesso periodo a Sulmona, in Abruzzo, un'intera famiglia, nel bel mezzo di un pic nic, avvistò una sonda metallica con antenne, una specie di robottino dai grandi occhi neri. La stessa macchina avrebbe poi superato, in volo a velocità pazzesca, un elicottero dei vigili del fuoco. Pochi mesi dopo, l'omino-robot sarebbe comparso ad un gruppo di esterefatti pescatori nei pressi di Ancona.
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La casistica italiana è ricca di tutte le tipologie di avvistamenti e di «incontri ravvicinati», né mancano le testimonianze di personale qualificato come militari, tecnici radar, piloti civili... Fra tutti i casi quello in assoluto più eclatante, per la drammaticità, per il ripetersi nel tempo e per la eco mediatica, è quello della guardia giurata Pierfortunato Zanfretta.
Riportiamo di seguito i fatti relativi al primo «incontro» di Zanfretta, rimandando per la storia completa al sito: http://www.rinodistefano.com/it/libri/casozanfretta.htm
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6 dicembre 1978 (h 23.30): Fortunato Zanfretta, 26 anni, guardia giurata della Cooperativa Valbisagno, compie il solito giro di controllo delle villette (abitate solo in estate) in località Marzano di Torriglia (Genova). A bordo di una Fiat 126 munita di autoradio si dirige verso l’ultima villa da ispezionare, Villa “Casa Nostra„. A un centinaio di metri dall’abitazione scorge 4 luci bianche disposte a triangolo che si muovono orizzontalmente avanti e indietro ad 1 metro da terra: pensando ad un’azione ladresca, tenta di chiamare la centrale ma si accorge che la radio è fuori uso e i fari della macchina si sono spenti insieme con le luci interne della vettura e quelle del cruscotto. Impugnata una torcia, il guardiano giunge rapidamente al cancello dell’abitazione da dove può osservare con maggiore chiarezza le 4 luci che si muovono a circa 15 metri di distanza, ma non vede alcuno né ode rumori. Il cancello e la porta d’ingresso spalancati, lo persuadono che deve trattarsi di furto ed estrae la pistola. Improvvisamente le 4 luci gli passano velocemente davanti, da sinistra verso destra, scomparendo dietro l'angolo nord della casa. Coraggiosamente Zanfretta decide di sorprendere i ladri andando loro incontro e si porta verso l'angolo sud dell'edificio. Mentre sbircia oltre l’angolo per vedere in quanti sono i ladri, una fortissima spinta alle spalle lo fa rotolare sul prato. Recupera la torcia sfuggitagli e ne puntava il fascio di luce verso il misterioso aggressore. Non è un ladro... ma un essere spaventoso, alto circa 3 metri, con la pelle grigia, rutilante come se fosse grasso o indossasse una tuta molle, sormontato da una testa di circa 60 centimetri di larghezza con “spinoni” aguzzi laterali e due occhi gialli triangolari inclinati verso l’alto. Sorpreso, e terrorizzato il guardiano si precipita verso il cancello e in direzione dell’auto. Contemporaneamente avverte un sibilo fortissimo, insopportabile, e una grande ondata di calore. Voltandosi istintivamente, vede un oggetto triangolare straordinariamente luminoso, accecante, che con un’indescrivibile accelerazione guizza verso lo zenith. In preda al panico, senza chiedersi perché e come i circuiti elettrici della macchina abbiano ripreso a funzionare, urla nel microfono: «…..non sono uomini, non sono uomini…..». Stremato, si accascia al suolo accanto all’auto. Sono ora le 00.16 di giovedì 7 dicembre. Dopo un’ora i colleghi lo trovano in stato di choc, incapace di intendere e di volere, riverso sul prato a sud-est della villa, a circa 80 metri dalla sua auto, con il corpo ed i vestiti caldi malgrado il freddo pungente. Il giorno successivo, i carabinieri scoprono nel prato dove il metronotte è stato ritrovato, una larga traccia semicircolare di circa 3 metri di diametro, e 15 cm di spessore. Un’inchiesta condotta dalle forze dell’ordine accerterannoaccertare che ben 52 testimoni hanno osservato in quelle ore un enorme oggetto luminoso volteggiare sopra Torriglia. Sottoposto a ipnosi, Zanfretta confermerà la sua avventura aggiungendo di essere stato trascinato a forza all’interno di un misterioso veicolo da quattro esseri mostruosi che lo hanno poi minuziosamente esaminato.
Oltre al terrore e al fuoco di fila dell'inchiesta, Zanfretta dovrà fare i conti con l'incredulità e l'ironia degli scettici. Ma presto avrebbe avuto un'altro drammatico incontro...

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