EMANUELE & OLINALDA - LA VITA È L´ARTE DELL´INCONTRO

A VIDA É A ARTE DO ENCONTRO

Wednesday, June 28, 2006

VOLARE SUGLI OCEANI

Oggidì i voli intercontinentali sono una realtà quotidiana, ma non era così almeno sino alla metà degli anni Cinquanta.


I primi aerei di linea che poterono affrontare una trasvolata oceanica furono il Lockheed Constellation (L-049) (specie nella versione Super Constellation e Starliner) e il Douglas DC7 (detto pure Seven Seas). Si trattava di quadrimotori ad elica (o turboelica, per le ultime versioni del Constellation, lo Starliner, e del DC7, il DC7-C) con cabina pressurizzata, robusti, potenti ma piuttosto rumorosi e con una quota di tangenza (cioé la massima altezza raggiungibile sopra il livello del mare) e una velocità piuttosto ridotte rispetto agli attuali jets.

Lockheed Super Constellation Starliner (L-1649)

Tipo: quadrimotore a elica
Costruttore: Lockheed
Numero passeggeri: da 65 a 109
Velocità: 610Km/h
Tangenza pratica: 7.620 m
Autonomia: 8.700 Km
Motori: 4 radiali Wright R-3350 a pistoni (Wright R-3350-DA3 Turbo Compound 18-cylinder turbosupercharged per lo Starliner)


Una suggestiva immagine notturna del Super Constellation sulla pista di decollo. Sotto: la cabina di pilotaggio e la cabina passeggeri che poteva anche essere dotata di alcune «cuccette» per i viaggiatori più facoltosi delle rotte intercontinentali


Douglas DC7

Tipo: quadrimotore a elica
Costruttore: Douglas
Numero passeggeri: da 99 a 105
Velocità: 650 Km/h
Tangenza pratica: 7.620m
Autonomia: 9.016 Km

Motori:4 radiali Wright R-3350 ((Wright R-3350-DA3 Turbo Compound nel DC7-C)

Sotto: un particolare della cabina passeggeri e la cabina di pilotaggio del DC7


L’era di maggior diffusione dei voli intercontinentali si inizia con gli aeroplani jet. A dispetto del domino dei cieli esercitato dai velivoli di fabbricazione statunitense, il primo jet è inglese:

DE HAVILLAND COMET




Tipo: quadrigetto - Costruttore: De Havilland - Numero passeggeri: da 36 a 81 - Velocità: 805 Km/h - Tangenza pratica: 12.800 m - Autonomia: 5.190 Km - Motori: 4 deHavilland Ghost 50 turbojets

Il primo Comet aveva volato già nel 1949, ma soltanto nel 1952 i nuovi aviogetti cominciano il regolare servizio per la compagnia britannica BOAC (British Overseas Air Company). L’entusiasmo è enorme: il nuovo aereo è velocissimo, confortevole, ha una linea aerodinamica moderna ed elegante con i suoi quattro motori «affogati» nelle ali a freccia. Ma l’entusiasmo subisce una prima battuta d’arresto nell’ottobre dello stesso anno quando un Comet non riesce a decollare dall’aeroporto di Ciampino (Roma) e si schianta sui prati circostanti, per fortuna senza vittime. Nel 1953, però, altri Comet precipitano (uno presso Calcutta, in India, e gli altri due in Italia, presso l’Isola d’Elba e nelle vicinanze di Stromboli) uccidendo molti passeggeri e membri degli equipaggi. L’intera flotta viene bloccata a terra per indagare sulle cause dei disastri: perché questi aerei sembrano avere la sinistra caratteristica di disintegrarsi in volo senza un motivo apparente? Dopo anni di ricerche si scopre l’arcano: decompressione esplosiva seguita a fatica strutturale del metallo. La causa? I caratteristici ampi finestrini rettangolari. Normali negli aerei ad elica, micidiali per un jet che supera gli 800 Km/h ad un’altezza di 12.000 metri! Dal 1952 al 1971 si avranno 20 incidenti con quasi 500 morti. I Comet vengono ridisegnati e modificati, anzitutto i finestrini rotondi, ma solo nel 1958 sono in grado di riprendere i voli. Nel frattempo, però, i due colossi americani Boeing e Douglas hanno lanciato i loro jet: il Boeing 707 e il Douglas DC8, destinati a divenire per i prossimi trenta anni icona dei voli transoceanici, affiancati nel 1970 dal Boeing 747 – Jumbo Jet e nel 1972 dal McDonnell Douglas DC10. I Comet vengono convertiti per il trasporto militare e funzioni di aerei-radar, ma mentre ancora oggi si può vedere in volo qualche 707 o qualche DC8 i Comet sono ormai solo una curiosità nei musei dell’aviazione.

Boeing 707 - Intercontinental jet



Tipo: quadrigetto - Costruttore: Boeing - Numero passeggeri: da 141 a 189 - Velocità: 1008 Km/h - Tangenza pratica: 10.973 m - Autonomia: 9.913 Km - Motori: 4 Pratt & Whitney JT3D turbofans

Sotto: la cabina passeggeri del Boeing 707 e i 2 motori di babordo in volo




Douglas DC8 – Intercontinental


Tipo: quadrigetto - Costruttore: Douglas - Numero passeggeri: 176 - Velocità: 959 Km/h - Tangenza pratica: 10.668 - Autonomia: 7.410 Km - Motori: 4× Pratt & Whitney JT4A-9 turbojets


Sopra: due immagini della cabina passeggeri del Douglas DC8 (nella seconda foto si notino le poltrone modello Palomar, con la lampada e l'ugello dell'aria condizionata alloggiati sugli schienali. In entrambi i casi si notino altresì i comparti bagaglio senza sportelli, tipici degli aerei a elica ma anche dei primi Boeing 707 e assai comuni fino a tutti gli anni Settanta)

Boeing 747 – Jumbo jet


Tipo: quadrigetto
Costruttore: Boeing
Numero passeggeri: fino a 524
Velocità: 913 Km/h
Tangenza pratica: 12.000
Autonomia: 13.450 Km
Motori: 4 Pratt & Whitney JT9D-7R4G2

Sotto un'immagine della cabina passeggeri del Boeing 747 e due immagini del saloncino superiore (lounge) riservato alla 1ª classe e alla Business






McDonnell Douglas DC10 – Intercontinental


Tipo: trireattore
Costruttore: McDonnel Douglas
Numero passeggeri: da 250 a 380
Velocità: 982 Km/h
Tangenza pratica: 12.000 m
Autonomia: 12.055 KmMotori: 3 General Electric CF6-50A turbofans

Una panoramica della cabina passeggeri del McDonnell Douglas DC-10


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