EMANUELE & OLINALDA - LA VITA È L´ARTE DELL´INCONTRO

A VIDA É A ARTE DO ENCONTRO

Thursday, June 22, 2006

Marina Lučica (^)

Primošten: il mio primo viaggio all’estero.
La motonave Tiziano, della compagnia Adriatica (rimasta in servizio fino al 1992 e che oggi, dopo la guerra che ha modificato la geografia della Jugolsavia, ha ripreso servizio sulla stessa rotta per la compagnia Jadrolinija con il nome di Ivan Zajc), parte da Pescara il mattino di sabato 17 agosto 1974. Avevamo trascorso la prima parte delle vacanze a Silvi Marina (Teramo), presso l’Hotel Mion, con nonna Armida, zia Margherita e nonna Marcella, e avevamo raggiunto il porto di Pescara (distante 20 km) con il taxi del sig. Pacifici (che ci avrebbe anche atteso al nostro ritorno il mattino del 1 settembre).






















La traversata dell’Adriatico dura circa 8 ore. Scorgiamo la costa jugoslava sul far del tramonto e tutti restiamo incantati sul ponte a vedere il succedersi di isolotti e colline ricche di vitigni che si colorano d’arancio in un silenzio irreale rotto solo dal rumore della nave che avanza su l’acqua di smeraldo.
Primošten sembra una nave di pietra, con il campanile della chiesetta a mo’ di albero, ancorata fra pittoresche insenature e boschi fra il cui verde ammiccano spiagge e calette. Il centro storico del piccolo paese medievale, infatti, sorge su un promontorio che, in origine, era un isolotto, tant’è che il nome Primošten deriva dal ponte che nel XVI secolo collegava il villaggio alla terraferma (primostiti: collegare con ponte).






La Tiziano, diretta a Spalato, farà scalo proprio qui e, superato il borgo antico e il suo molo, va a gettare l’ancora dinanzi al nostro albergo, il Marina Lučica, che abbiamo modo di ammirare durante gli ultimi minuti di navigazione e le operazioni di attracco.
Scesi dalla nave e ritirati i bagagli, controllati dai doganieri che li segnano con il gesso, ci si avvia con un pulmino verso l’hotel mentre il sole, già basso sull’orizzonte, comincia a cambiare i suoi raggi di fuoco con più discreti toni di rosato e magenta.










L’ingresso dell’hotel Marina Lučica è al livello della strada, mentre le stanze – divise in due corpi di bungalow unite da un tunnel a vetrata - sono costruite sulle pendici di una collinetta che declina verso la spiaggia. Gli ascensori, infatti, scendono per raggiungere i vari piani delle stanze. La hall è lunga e su una parete a sinistra, ove si apre anche l’andito al ristorante, c’è una gigantografia di una nave traghetto che, se ben ricordo, dev’essere proprio la nostra Tiziano. Tra i bungalow corrono vialetti, impregnati dalla particolare terra ocra, ai cui bordi si trovano lampioni bassi da giardino che sembrano UFO: forma a Z e cappello a fungo. Nella terra rossa crescono alberi di fico e piante di lavanda e rosmarino che regalano il loro aroma a tutto l’ambiente amalgamandosi con il profumo della pineta circostante.




Appena giungiamo in stanza posiamo i bagagli e cominciamo ad esplorare. Spostata la tenda davanti alla grande finestra che affaccia sul terrazzino ci si presenta uno spettacolo da sogno che ancora oggi, dopo trentatré anni, mi emoziona: il cielo ha già tinto di rosa e viola il mare, placido e silenzioso, e le prime luci del borgo antico, la nave di pietra, si riflettono e fanno eco a poca distanza alle luci della Tiziano che è ancora alla fonda presso il molo ove siamo sbarcati.
Mio padre si affretta a prendere la macchina fotografica e, appoggiatala alla ringhiera del balcone per evitare il «mosso» che il tempo di posa lungo necessario per la scarsa luce potrebbe provocare, scatta due diapositive che rimarranno impresse nel cuore e nella memoria per il futuro, proprio come quell’odore di salvia e rosmarino e quella terra rossa, come quel silenzio e quell’acqua di cristallo…











Mi sono abbandonato


a ricordi,

affilati

quanto più diafani

li vorrebbe

il tempo,

trafitta

la memoria

dai sussurri

del mare,

su ciottoli

ignari del trascorrere,

tutt'uno con il cielo

nell'ora

che precede la notte.


Mi pervade

l'aroma di lavanda

tinge

i miei passi

terra rossa

sul cammino

che nel verde

conduce al porticciolo

scoperto ancora

con gli occhi umidi

di stupore infantile

mentre contro il sole

scompare

sull'acqua

il vecchio legno

tossicchiando

inghiottito

dalle prime luci

d'un sogno

lontano



(^)versi scritti ricordando il panorama di Primosten (ex-Jugoslavia, ora Croazia) in cui ho trascorso le mie prime vacanze all'estero nell'agosto 1974.




Le foto:
Due bellissime immagini scattate da papà dalla finestra della nostra stanza presso l'hotel Marina Lučica, appena dopo il nostro arrivo a Primosten a bordo della motonave Tiziano, ancorata presso il suggestivo porticciolo [17 agosto 1974].
*
Panoramica di Primosten con evidenziati:

Hotel Marina Lučica
Spiaggia antistante l'hotel
Molo di attracco della motonave Tiziano da dove partiva la piccola motobarca per raggiungere il centro storico
Percorso della passeggiata pomeridiana per raggiungere il suddetto molo (che ha ispirato i versi)
Molo d'attracco presso il centro storico

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