Un uomo senza tempo
Nel 1970 la cantante Iva Zanicchi si trova a Salsomaggiore Terme in occasione del Premio per la Regia Televisiva. Qui incontra il grande poeta Giuseppe Ungaretti.
Chiacchierano per lunghe ore, simpatizzano e, in aprile, Iva gira un filmato della nuova canzone «Un uomo senza tempo» - adattamento italiano del successo argentino «Mi viejo» - con la partecipazione del poeta.
Ungaretti, «vecchissimo ossesso», come amava dipingersi, con la lunga barba bianca e gli occhi azzurri che non smettono di sognare - scomparirà dopo pochi mesi (1 giugno).
«Un uomo senza tempo», brano trainante dell'album «Iva senza tempo», Iva lo dedica proprio all'illustre poeta, icona della figura paterna, e in autunno lo presenta a Canzonissima, riuscendo a superare la prima fase della gara canora.
Non esiste un altro uomo
così caro come lui.
Sogna ancora ad occhi aperti
e non ama la tristezza.
Noi ci somigliamo tanto
ma io non sogno ad occhi aperti
io appartengo ad un altro mondo
dove lui vivrebbe male.
Caro, caro vecchio mio
ora corri insieme al tempo
e non corri più nel vento.
Ho il tuo sangue nelle vene
e ti porto nel mio cuore.
e ti porto nel mio cuore.
I suoi occhi sono buoni,
i capelli tutti bianchi.
Sulle spalle porta il peso
di una vita senza gioie.
i capelli tutti bianchi.
Sulle spalle porta il peso
di una vita senza gioie.
Gira il tempo la sua ruota
c'è chi nasce, c'è chi muore,
ma la storia di mio padre
è di un uomo senza tempo.
c'è chi nasce, c'è chi muore,
ma la storia di mio padre
è di un uomo senza tempo.
Caro, caro vecchio mio
ora corri insieme al tempo
e non corri più nel vento.
Ho il tuo sangue nelle vene
e ti porto nel mio cuore.
ora corri insieme al tempo
e non corri più nel vento.
Ho il tuo sangue nelle vene
e ti porto nel mio cuore.
Ho il tuo sangue nelle vene
e ti porto nel mio cuore.
e ti porto nel mio cuore.
Le parole della canzone sembrano davvero parlare di Ungaretti, uomo senza tempo, capace di innamorarsi ad ottanta anni, di sperare sempre, di seguire la vita lasciandosi da questa prendere ma mai «sorprendere»...
... un uomo senza tempo che, come testamento spirituale, così parlava di sé:
«Non so che poeta io sia stato in tutti questi anni. Ma so di essere stato un uomo: perchè ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato cercando poi di riparare al mio errore, come potevo, e non ho odiato mai.
Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire, e non odiare mai».
Labels: Musica e Poesia