EMANUELE & OLINALDA - LA VITA È L´ARTE DELL´INCONTRO

A VIDA É A ARTE DO ENCONTRO

Wednesday, May 30, 2007

I FANTASMI DEL VOLO 401 - OS FANTASMAS DO VÔO 401

Si dice che i fantasmi siano anime che non riescono a riposare in pace. Accadrebbe quando lo spirito si distacca dal corpo in modo violento e la persona non si rende conto di essere morta o, peggio, non si rassegna alla fine della propria vita terrena. Torna sul luogo del trapasso, vaga senza sosta, cerca di interagire con i viventi, presentandosi come apparizione, suono o, più di rado, odore. La letteratura è piena di storie di castelli e case infestate, cantine e soffitte misteriose da cui provengono rumori e lamenti, atmosfere tenebrose alla Edgar Alla Poe.
Difficilmente si riuscirebbe ad immaginare «presenze» nel moderno contesto di un jet commerciale, eppure…

Ai primi di dicembre del 1972, una hostess della Eastern Airlines disse a una collega di avere avuto una terribile premonizione: era certa che un aereo della compagnia, uno dei nuovissimi Lockheed L-1011 Tristar, sarebbe precipitato mentre si avvicinava a New York, tra Natale e Capodanno. Nella sua visione vedeva nitidamente una delle ali che si spezzava all’impatto col suolo e udiva le urla disperate dei feriti superstiti. Le chiesero se presentiva di dover morire su quell’aereo. Rispose di no, ma che ci sarebbe mancato poco.
Il 29 dello stesso mese, poco prima della partenza del Volo Eastern Airlines 401, in rotta da New York a Miami, alcuni membri dell’equipaggio vengono sostituiti. Al posto dell’assistente di volo che aveva avuto la premonizione sale un’altra ragazza. Quella notte il Lockheed L-1011 Tristar Eastern Airlines Volo 401si schianta nelle paludi Everglades della Florida. 103 morti e pochi superstiti.
Tra le vittime il capitano Bob Loft, il primo ufficiale Robert Stockstill e l’ingegnere di volo Donald (Don) Repo.
Cause dell’incidente: un paio di difetti nel circuito dei dispositivi di controllo. La spia che doveva segnalare la corretta discesa del carrello posto sotto il muso del velivolo non si era accesa. I piloti avevano erroneamente pensato a un’avaria e si erano distratti per risolvere il problema.
Don Repo era sceso nel vano inferiore, attraverso una botola posta tra i due sedili del capitano e del copilota, ove, con una sorta di telescopio, si poteva vedere se il carrello era abbassato o meno. Ma non ci era riuscito. Loft e Stockstill, armeggiando con il dispositivo difettoso, avevano inavvertitamente disinserito il pilota automatico i cui comandi e indicatori sui rispettivi pannelli del comandante e del copilota, si è poi venuto a sapere, presentavano delle incongruenze.
La scatola nera contiene la registrazione di ciò che è avvenuto nell’ultima mezzora del viaggio mortale all’interno della cabina. Ecco i fatti : il capitano Bob Loft aveva inserito il pilota automatico e aveva rivolto tutta la sua attenzione al copilota che stava cercando di capire se la spia del carrello era difettosa o meno. Il copilota l’aveva estratta e poi rimontata male, finendo per incastrarla e rendendo così impossibile stabilire se la lampadina era bruciata. Evidentemente il capitano aveva allungato la gamba per passare oltre l’apertura sul pavimento e aveva disattivato il pilota automatico per sbaglio. Nessuno si era accorto che l’aereo stava perdendo quota. Si erano affidati al pilota automatico che invece non era inserito. Durante la registrazione si udiva il breve bip dell’allarme-altitudine e ci si chiese come mai non fosse udito anche dai piloti. Troppo distratti. Troppo tenue il suono d’allarme.
Mentre Repo e Donadeo, un tecnico della Eastern che tornava a casa per il Capodanno e viaggiava in cabina perché non aveva trovato posto su un altro volo, stavano tentando di capire se il carrello era abbassato o meno, il copilota aveva guardato di nuovo la strumentazione e si era accorto che l’altitudine non era quella giusta.
Queste le ultime parole registrate dai microfoni:
Stockstill:
«C’è qualcosa che non va con l’altitudine».
Loft: «Come?»
Stockstill:
«Siamo sempre a duemila piedi, giusto?»
Loft: «Hey, che cosa sta succedendo qui?»
Un click, il suono di sei bip dell’allarme-altitudine e poi il rumore dello schianto
.


Capitano Bob Loft

Donald (Don) Repo

Una stupida lampadina aveva distrutto un enorme aereo e tante vite. Solo dopo il disastro la compagnia apportò le necessarie modifiche sugli altri apparecchi e la faccenda si concluse.
Alcune parti ancora intatte dell’aereo precipitato furono montate su altri Lockheed della Eastern Airlines. Da quel momento in poi, Bob Loft e Don Repo furono visti più volte da persone che non si erano mai interessate al paranormale e che erano pienamente lucide al momento dell’apparizione. Alcune conoscevano i piloti, altre non li avevano mai incontrati, ma indicarono con sicurezza le loro foto anche se mescolate ad altre. Tutti si trovarono d’accordo nell’affermare che sembravano vivi, in carne e ossa.
Uno dei vicepresidenti della Eastern Airlines si imbarcò all’aeroporto JFK e sedette vicino a un uomo in uniforme da capitano. Solo dopo qualche minuto riconobbe in lui Bob Loft. Spaventato a morte, si alzò di scatto, sempre con gli occhi fissi sull’uomo in uniforme e lo vide dissolversi nell’aria. Sempre nello stesso aeroporto, un capitano e altri due piloti videro Bob Loft e gli parlarono. Quando si resero conto che si trattava del defunto, questi svanì nel nulla. Il capitano ne rimase talmente sconvolto che chiese di essere sostituito.
A bordo di un altro aereo una donna sedette accanto a un individuo in uniforme, silenzioso e pallido. Preoccupata, la donna chiamò un’assistente di volo, e in quel preciso istante l’uomo sparì. Altre persone assistettero al fenomeno. La donna ebbe una crisi isterica. Qualcuno pensò di mostrarle le foto dei due piloti-fantasmi che perseguitavano gli aerei dell’aeroporto e la donna, con orrore, riconobbe Don Repo.
Un altro velivolo subì un guasto poco dopo il decollo e dovette rientrare. Tra i pezzi del motore ce n’era uno tratto dall’aereo precipitato. Fu il fantasma di Bob Loft, apparso accanto a un pilota, a preannunciare l’anomalia che si sarebbe presentata di lì a poco.
Fra gli altri episodi anomali a bordo di vari apparecchi sui quali erano stati montati gli «avanzi» del Lockheed Tristar N310EA, uno è particolarmente inquietante: la voce di un uomo parlò attraverso l’altoparlante e invitò i passeggeri ad allacciare le cinture. I piloti e gli assistenti di volo si guardarono l’un l’altro, stupiti. Nessuno di loro aveva usato il microfono. Chi aveva fatto quella comunicazione? Un motorista che stava facendo dei controlli prima che un aereo decollasse trovò un uomo in divisa seduto ai comandi. Era Don Repo. «Non c’è bisogno di fare i controlli, me ne sono già occupato io», disse il fantasma e poi svanì.
Anche un capitano ebbe modo di vedere lo spettro di Repo che in quell’occasione affermò:
«Non ci saranno altri incidenti. Noi non lasceremo che accada».
Una hostess vide un uomo in divisa che riparava il forno della cucina di bordo che si era guastato. La donna si astenne dall’avvicinarsi per non disturbarlo. Poco dopo un incaricato della compagnia le chiese dov’era il forno da aggiustare. Sbigottita, la donna spiegò che qualcuno se n’era già occupato. Più tardi scelse la foto di Don Repo tra quelle di tutti i motoristi della compagnia e affermò che si trattava dell’uomo che aveva visto alle prese con il forno.
Repo venne visto anche da un motorista di bordo che scese nello scomparto sotto la cabina di pilotaggio per scoprire qual era la causa dello strano bussare che sentiva provenire da lì sotto.
Il Lockheed L-1011 Tristar n. 318 – nave gemella del 310 - risultò essere il più visitato dai fantasmi. Tra carlinga e motore, aveva inglobato parecchi pezzi provenienti dallo sfortunato apparecchio. Una hostess vide Repo in un angolo della cambusa. Spaventata, chiamò due colleghi. Tutti e tre ascoltarono le parole del fantasma: «State attenti al fuoco su quest’aereo». In seguito il motore presentò delle noie e scoppiò un piccolo incendio. Si dovettero cancellare ulteriori voli. Le attrezzature della cambusa del 318 provenivano dall’aereo caduto. Diversi componenti dell’equipaggio videro Repo attraverso il pannello di vetro della porta della cambusa. In quelle occasioni, i più coraggiosi aprirono la porta e trovarono il locale vuoto e molto freddo.
I racconti e le testimonianze passarono di bocca in bocca e il numero dei passeggeri
disposti a imbarcarsi sugli aerei «infestati» diminuì sensibilmente. Anche molti piloti e assistenti di volo si rifiutarono di lavorare ancora su quei velivoli.
Lo scrittore John Fuller raccolse le testimonianze e scrisse un libro (The Ghost of Flight 401) nel quale riferisce i numerosi racconti di persone equilibrate, spesso con incarichi di grande responsabilità, gente seria che non aveva né il tempo né la voglia di inventare storie dell’orrore sui fantasmi. Purtroppo la Eastern Airlines fece di tutto per ostacolare le indagini in tal senso e impose il silenzio ai suoi impiegati, così nessuno fu più in grado di studiare a fondo il caso.
Bob Loft e Don Repo – evidentemente – non si davano pace. Si sentivano responsabili del disastro del ’72 e avevano deciso di dedicare la loro esistenza ultraterrena a proteggere i passeggeri dei voli della Eastern Airlines. L’aereo sul quale avevano affrontato il loro ultimo viaggio era stato riciclato senza alcun rispetto per le vittime. Indissolubilmente legati per l’eternità a quei pezzi di metallo tra i quali erano morti, li avevano seguiti a bordo di altri aerei, fedeli ai propri ruoli di capitano e motorista.
Nel 1978 dal libro di Fuller è stato tratto un film TV (anch'esso intitolato The Ghost of Flight 401) con Ernest Borgnine, Tina Chen, Kim Basinger e Gary Lockwood e la regia di Steven H. Stern.
Le apparizioni diminuirono a mano a mano che il tempo passava e gli articoli di giornale lasciarono spazio ad altre tragedie dell’aria. Forse le due anime in pena, una volta espiate le loro colpe, passarono a un livello superiore dell’aldilà.
La Eastern Airlines ha chiuso i battenti il 18 gennaio 1991.



Em Português:

Miami, a mais importante cidade da Flórida, é banhada à leste pelo Oceano Atlântico que deu à Miami belas praias, trazendo turistas que impulsionam a economia local. Pelo lado oeste a natureza foi menos pródiga: os Everglades formam uma das maiores regiões alagadas do mundo, um extenso e escuro pântano localizado sob a rota de aproximação oeste para o Aeroporto Internacional de Miami.A noite de 29 de dezembro de 1972 era típica desta época do ano, cristalina e escura também: era fase de lua nova. Não era possível distinguir céu e terra, pântano e firmamento. A escuridão embaralhava a visão, afetava o julgamento de espaço e distância. As 21h20 decolou do Aeroporto JFK em New York, 1.755 quilômetros ao norte de Miami, o vôo Eastern 401, operado por um L-1011 Tristar, matriculado N310EA, com apenas 4 meses e 10 dias desde que fora entregue à companhia.Os 163 passageiros à bordo voariam no que havia de mais moderno e confortável: com capacidade para quase 300 passageiros, o Tristar era um dos novos wide-bodies, aviões de fuselagem larga, sensação no início dos anos 70. Na cabine de comando estavam três profissionais experientes. O comandante Robert Loft tinha mais de 30.000 horas de vôo em seus 55 anos de vida, mas apenas 300 delas no comando do Tristar. O primeiro-oficial Bert Stockstill, com 42 anos e o engenheiro de vôo Don Repo, com 51, completavam a tripulação técnica. Na cabine, cuidavam dos passageiros 10 comissários e comissárias.Doris Elliott era comissária na Eastern. No começo de dezembro de 1972, enquanto trabalhava na galley durante um vôo entre Orlando e JFK, subitamente teve uma visão: um Tristar da Eastern batendo nos Everglades numa noite escura. A sensação foi tão forte que Doris atirou-se numa poltrona vazia e pediu ajuda às suas colegas comissárias. Assustadas, perguntaram à Doris a razão de seu mal estar. Doris respondeu aos soluços: "vamos perder um Tristar nos Everglades... perto do Natal.... vai ser de noite... morrerá muita gente". Suas colegas tentaram acalmá-la. -Bobagem, Doris: nada disso vai acontecer, disse uma delas.Não, retrucou Doris com firmeza. "Eu tenho visões. Desde minha adolescência é assim: eu vi um trem colhendo um carro cheio de colegas, cinco dias antes do acidente. Eu vejo as coisas e elas acontecem."Uma das comissárias perguntou: -Estaremos no avião, Doris?-Não. Mas vai ser por pouco.Eastern 401No dia 29 de dezembro, Bob Loft acordou cedo e cuidou do jardim de sua casa. Afável, sério e consciencioso, extremamente frio ob pressão, Loft era o piloto número 50 na lista de mais de 4.000 tripulantes técnicos da Eastern. Sua jornada naquele dia seria apenas uma ida e volta entre Miami e JFK.No aeroporto JFK, Doris aguardava seu último vôo do dia, o Eastern 401 com destino à Miami. Ela chegara a pouco, vinda de Tampa. Outro vôo da companhia, o Eastern 26, estava muito atrasado e traria a tripulação para trabalhar no vôo 477. Como o vôo 26 não chegava, foi necessária uma mudança de última hora na escala dos tripulantes: foi dada a ordem para Doris e suas colegas embarcarem no vôo 477 com destino à Fort Lauderdale via West Palm Beach. A tripulação chegando no vôo 26 seria então alocada ao vôo 401. A troca foi feita e Doris não se queixou: chegaria mais cedo em casa.Finalmente, com a tripulação transferida do vôo 26, o Eastern 401 pode partir. Ajudado por um vento de cauda, o L1011 tirou parte do pequeno atraso na partida. O vôo transcorreu normalmente. Eram 23:29 e o Tristar manobrava sobre a escuridão do pântano, em aproximação para a pista 09L. Na reta final, ao passar pela marca de 3.000 pés, Stockstill percebeu que a luz de indicação de travamento do trem de pouso dianteiro não estava acesa. A apenas 1.500 pés de altura e a segundos do pouso, o cauteloso Loft comandou uma arremetida. O Tristar ganhou altura e solicitou à torre instruções, recebendo como resposta: -Eastern 401, suba e mantenha 2.000 pés, contate o controle de saída na freqüência 128.6.O Tristar executou uma curva para a proa 360 e depois tomou o rumo 270, sobrevoando os Everglades. A tripulação solicitou e obteve autorização para descrever uma série de órbitas, enquanto tentava descobir o problema.Angelo Donadeo era engenheiro na Eastern, responsável pelos Tristar na frota e fã do moderno jato da Lockheed, que conhecia como poucos. Voava naquela noite como observador na cabine, ocupando o assento extra conhecido como jump-seat. Quando surgiu o problema, Donadeo prontificou-se a ajudar a tripulação. O comandante Loft acreditava tratar-se apenas de uma lâmpada queimada, ao invés de um real problema no mecanismo do trem de pouso. Para verificar se o trem estava baixado e travado na posição segura, era preciso descer na baía de eletrônicos, situada numa caverna sob o piso da cabine de comando e de lá observar (através de um periscópio especialmente desenhado para esta função) se o trem de pouso dianteiro estaria travado. O acesso à baía era feito por uma escotilha no chão da cabine de comando.Donadeo e Repo desceram, encontrando dificuldade em enxergar claramente na apertada e escura baía. O Tristar voava no piloto automático, cumprindo sua órbita a 2.000 pés, enquanto a tripulação tentava resolver o problema. Impaciente, Loft ergueu-se de seu assento. Ao fazê-lo, sem perceber empurrou a coluna de comando e desligou o piloto automático, uma configuração de sistema onde bastava um pressão de 15 a 20 libras sobre a coluna de comando para desligar o auto-pilot. Loft e sua tripulação não perceberam que o Tristar iniciara por contra própria uma suave descida, abandonando a altitude de 2000 pés. Prosseguindo na tentativa de resolver o p[roblema, minutos após, Repo e Donadeo confirmaram: o trem estava baixado e travado; o L-1011 poderia pousar com segurança. Loft e Stockstill voltaram às suas posições. Loft chamou a torre Miami e informou que estava pronto para reiniciar sua aproximação. Já em seu assento, Stockstill examinou o painel à sua frente. Espantado, descobriu que o L-1011 voava mais rápido que o previsto, 190 nós. Olhou para o altímetro, este marcava menos de 100 pés de altitude.Sua voz saiu num tom elevado, denunciando sua surpresa:-Nós fizemos alguma coisa com a altitude!-O quê? Perguntou surpreso o comandante Loft.-Ainda estamos a 2.000 pés, certo?Loft olhou para seu altímetro. Olhou também para fora: notou um estranho brilho nos visores frontais: as luzes de aproximação do Tristar começavam a ser refletidas nas águas escuras dos Everglades. Eram 23h42:05. A voz tensa de Bob Loft ficou regsitrada no gravador de cabine:- Ei, o quê è! …
O jato Tristar L-1011 (vôo 401), da Eastern Airlines, caiu em um pântano da Flórida, provocando a morte de 101 passageiros e de toda a tripulação. Passados alguns meses, estranhas histórias começaram a circular entre os tripulantes da companhia. Segundo tais histórias, figuras espectrais, usando o uniforme dos funcionários de bordo, materializavam-se no interior das aeronaves que faziam a mesma rota do fatídico L-1011. Os diretores da empresa, temendo uma publicidade negativa, recomendaram às equipes de vôo que mantivessem silêncio com relação às aparições, mas os boatos continuaram se espalhando.Finalmente os administradores da Eastern Airlines viram-se obrigados a encarar o fenômeno com seriedade. Começaram então a entrevistar os funcionários que haviam testemunhado as ocorrências. As aparições foram descritas como formas sólidas e tridimensionais, com aspecto de figuras vivas, mas que permaneciam caladas, impassivelmente sentadas na cadeira do piloto. Em todas as aparições, os espectros foram identificados como sendo o capitão Robert Loft e o engenheiro de vôo Don Repo, dois homens que perderam a vida no vôo 401. Outra conclusão foi a de que as aparições não aconteciam apenas nos aviões que operavam na mesma rota do jato acidentado. Elas se manifestavam com mais freqüência naquelas aeronaves Tristar que foram equipadas com peças recuperadas do desastre com o vôo 401. Os pesquisadores concluiram que não haviam sido transferidas apenas as peças do avião, mas também componentes de energia psíquica, a força vital dos seres humanos.

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