TORE

Tore
(monologhetto sarcastico ispirato al grande Petrolini)

Tore
è una satira mordace al lavora-TORE della televisione
Tore
fa rima con «televisore»
scatola magica da cui schizzano saltimbanchi, musiche, parole, facce, culi...
ma una volta libera da saltimbanchi, da musiche, da parole, da facce, da culi...
rimane vuota...
irrimediabilmente vuota!

Tore
sta per Direttore, Conduttore, Autore, Coordinatore, Produttore, Montatore, Programmatore, Truccatore... creatore...
minuscolo, però.

Tore
la mattina al lavoro arriva alle 11
perché, dice: «spettacoli e giornali si fanno la notte»...
Tore
c'è sempre stato in mezzo ai giornali... la notte...
una volta ci dormiva pure,
avvolto nei giornali,
sulle panchine di viale Mazzini.

Tore
si sente un poco at-TORE!
Pallido... di moviola e trasla-TORE,
o abbronzato... dalla luce del riflet-TORE

Tore
mezzo teatrante, mezzo spetta-TORE
da del «tu» ai colleghi
da del «tu» al superiore
da del «tu» a tutti...
...e quando gli affidano un lavoro
risponde: «tu-tu-tu... Occupato!»

Tore
è l'intellettuale... libero,
perché gli hanno pagato la cauzione!
è l'intellettuale... alternativo:
alternativo nel vestire,
alternativo nella politica,
alternativo nel parlare,
alternativo... e basta...
perché se metti un altro al posto suo...
è proprio la stessa cosa.

Tore
istrione senza sipario
disincantato informa-TORE
va sempre un passo avanti,
pure se c'è il burrone!
Progressista, materialista, divorzista, abortista...
Autista
del carrozzone del circo mediatico

Tore
fine comunica-TORE,
padrone delle immagini e delle parole,
guitto dell'etere
che non teme la critica, la politica, la grammatica, la matematica...
non teme la statistica, la tomistica, la ragione, la religione...
Però
teme la rima di «televisione»...
perché «televisione» fa rima co' co...

Basta così, che è meglio!


Emanuele Gagliardi (16 ottobre 2008)