EMANUELE & OLINALDA - LA VITA È L´ARTE DELL´INCONTRO

A VIDA É A ARTE DO ENCONTRO

Monday, October 13, 2008

ETTORE PETROLINI (1884-1936)

Doveroso omaggio al grande attore romano,... irriverente, ironico, impertinente, sardonico, sornione, malinconico, marpione e paracu'...
Figlio di un fabbro ferraio di Ronciglione e nipote di un falegname di via Giulia (in un quartiere del centro di Roma al tempo molto popolare) e quindi «popolano del miglior lignaggio», Petrolini frequentò fin da ragazzo i teatrini romani, improvvisandosi attore per divertimento. L'ambiente dei baracconi di Piazza Guglielmo Pepe, dove Petrolini fece le sue prime esperienze artistiche, è quello descritto più tardi nella sua commedia «Il padiglione delle meraviglie» (1924): personaggi curiosi e pittoreschi, imbonitori, finti selvaggi e fenomeni di ogni genere.
Dopo aver fatto, a tredici anni, la dura esperienza del riformatorio
— che ricordava con toni accorati nelle sue memorie — a quindici anni decise di lasciare la casa paterna per dedicarsi alla carriera teatrale. Al seguito di una compagnia di attori ambulanti, fece il suo vero esordio in un teatrino di provincia, a Campagnano.

Dopo questo esordio non proprio trionfale, il giovane Ettore - che usava il nome d'arte di Ettore Loris - si esibì a Roma e in provincia, per lo più in teatrini di terz'ordine, ma anche in alcuni caffé-concerto di buon livello, come il Gambrinus e il Morteo di Roma.
Nel 1903, diciannovenne, Petrolini incontrò Ines Colapietro, che sarà per molti anni sua compagna di lavoro e di vita, nonché madre dei suoi figli. Ines, che aveva allora solo quindici anni, era stata ingaggiata come cantante dal Gambrinus di Roma, insieme alla sorella Tina. Ettore ed Ines formarono un duetto comico, continuando per qualche anno ad usare il nome d'arte Loris.
Nel maggio 1907, a Genova, Ettore Petrolini e Ines Colapietro ottennero una scrittura dall'impresario Charles Séguin per una tournée in Sudamerica. La coppia si esibì in teatri e caffé-concerto in Argentina, Uruguay e Brasile, riscuotendo ovunque grande successo. Mentre Petrolini si trovava a Rio de Janeiro, però, un attacco di appendicite lo costrinse a restare lontano dalle scene per un mese. Dopo un'operazione d'urgenza e un periodo di convalescenza, la sua rentrée fu trionfale: tutti gli artisti del teatro rinunciarono alla paga in suo favore, e in una sola serata Petrolini incassò quattromila lire. Dopo Rio, Petrolini rimase ancora qualche mese in Sud America.Sarebbe ritornato per altre tournée nel 1909 e nel 1911-12, esibendosi anche in Messico e a Cuba.
In quegli anni Petrolini aveva già messo a punto un repertorio di macchiette.
Molti fra i suoi personaggi - Giggi er bullo, il Sor Capanna, i Salamini, Fortunello - sono diventati punti di riferimento per un'idea di comicità che Petrolini riassumeva così:

« Imitare non è arte perché se così fosse ci sarebbe arte anche nella scimmia e nel pappagallo. L'arte sta nel deformare. »

Alcuni dei caratteristici numeri comici, nati come semplici macchiette, furono rielaborati da Petrolini che diede loro spessore e consistenza di veri personaggi di commedia. È il caso di Gastone, nato da una macchietta, Il bell'Arturo, inserita nella rivista Venite a sentire
(scritta da Petrolini in collaborazione con G. Carini. 1915), che poi fu ripreso più volte fino ad diventare il tragicomico protagonista della commedia Gastone del 1924. Un altro personaggio partito da una macchietta — l'Antico romano — sviluppato successivamente dallo stesso Petrolini era Nerone, parodia della retorica imperiale e della recitazione enfatica del «grande attore». Alcuni critici del dopoguerra vollero attribuire alla parodia di Nerone un contenuto critico verso il regime fascista e Mussolini. In realtà il personaggio petroliniano risale al 1917, Mussolini sal' al potere nel '22.
Tornato dalla fortunata tournée in Sudamerica, Petrolini fu scritturato nel 1910 da Giuseppe Jovinelli per il suo nuovo teatro di Piazza Guglielmo Pepe, inaugurato nel 1909 con uno spettacolo di Raffaele Viviani. Ottenne un tale successo che, dopo due stagioni al Teatro Jovinelli, l'impresa della Sala Umberto firmò con l'attore un contratto esclusivo per tre anni pagando a Giuseppe Jovinelli una penale di 8.000 lire.
Nel 1915 si costituì la Compagnia dei grandi spettacoli di varietà Petrolini, che mise in scena le prime riviste petroliniane, Venite a sentire e Zero meno zero. Quest'ultima era stata confezionata da Luciano Folgore (sotto lo pseudonimo di Esopino) attorno ad un nucleo di personaggi tipici del repertorio petroliniano, fra i quali il celebre Fortunello, che suscitò l'entusiasmo dei Futuristi, in particolare di Filippo Tommaso Marinetti che definì Fortunello «il più difficilmente analizzabile dei capolavori petroliniani».
Petrolini, che pure si era burlato di Marinetti negli Stornelli maltusiani, si lasciò lusingare dall'ammirazione dei Futuristi, partecipò ad alcune delle loro "serate" e interpretò le sintesi di Marinetti, Corra e Settimelli. La collaborazione fra Petrolini e i Futuristi culminò in Radioscopia di un duetto (1918), atto unico definito «simultaneità del teatro di varietà», scritto a quattro mani con Francesco Cangiullo. L'anno seguente, Mario Bonnard ne trasse un film dal titolo Mentre il pubblico ride, interpretato da Petrolini e Niny Dinelli.
Il repertorio di Petrolini si arricchì, a partire dagli anni Venti, con una serie di commedie di autori italiani, scritte appositamente per lui o adattate alla sua comicità. Petrolini adattò a sé commedie di autori come Alfredo Testoni, Renato Simoni, Roberto Bracco, Luigi Antonelli, Ugo Ojetti, Salvator Gotta, Fausto Maria Martini. Nel 1925, portò in scena un suo adattamento da Lumie di Sicilia di Pirandello, intitolato Agro de limone.
Agli anni Venti risale anche l'incontro di Petrolini con Elma Criner, che divenne la sua compagna e più tardi sua moglie.
Oltre ad aver interpretato come attore le commedie di molti autori italiani, Petrolini firmò molte riduzioni di opere teatrali, da lui portate a nuova vita sulle scene italiane degli anni Venti e Trenta.

La produzione del Petrolini commediografo si fece negli anni più ricca e complessa: dalle macchiette alle prime riviste, ai fortunati atti unici come Amori de notte e Romani de Roma, alle commedie degli ultimi anni: Gastone, Il padiglione delle meraviglie, Benedetto fra le donne, Chicchignola. Proprio in questi ultimi due testi, la drammaturgia petroliniana completa la sua evoluzione, e la comicità irriverente lascia il passo ad una riflessione più matura, allo stesso tempo amara e compassionevole, sulle debolezze umane.
Ormai affermato, Petrolini partì per una serie di tournée all'estero, in Egitto e nelle colonie italiane di Cirenaica e Tripolitania. Con la sua compagnia girò poi le principali città europee. A Parigi, ottenne quello che considera il più alto riconoscimento: venne invitato a recitare Il medico per forza alla Comédie Française, tempio di Molière. Si esibì anche a Londra, al Little Theatre; a Berlino, al Kurfüstendamm Theater; a Vienna, al Komödie Theater.
Abbandonate definitivamente le scene nel 1935 perché sofferente di una grave forma di angina pectoris, Ettore Petrolini morì all'età di 52 anni, il 29 giugno 1936.

IL CINEMA

L'avventura cinematografica di Petrolini era iniziata nel 1919 con la trasposizione cinematografica dell'atto unico Radioscopia di un duetto (di Petrolini e Cangiullo), portata sullo schermo da Mario Bonnard col film Mentre il pubblico ride. Negli anni Trenta, con l'avvento del sonoro, Petrolini tornò al cinema. Nel 1930 fu il protagonista di Nerone di Alessandro Blasetti, un lungometraggio che, oltre a presentare alcune delle sue interpretazioni più note — Gastone, Nerone, Pulcinella — mostrava l'attore nel suo camerino. Nello stesso anno interpretò Cortile di Carlo Campogalliani, tratto dalla commedia di Fausto Maria Martini, con Paola Dria protagonista femminile. L'anno seguente fu la volta de Il Medico per forza, sempre per la regia di Campogalliani, con Tilde Mercandalli e Letizia Quaranta.



LA MUSICA
Per completare il ritratto dell'artista Petrolini, non si può tralasciare la musica, che è parte integrante del suo teatro. Molti fra i suoi personaggi cantano canzoni e filastrocche, o recitano su un sottofondo musicale. La musica è presente in molte sue commedie e riviste.
Petrolini fu spesso interprete, e a volte anche autore, di canzoni di successo, molte delle quali furono incise su disco. Un grande successo musicale del 1926, in Italia, fu Una gita a li castelli (nota anche con il titolo Nannì), scritta da Franco Silvestri ma incisa da Petrolini. Ma la sua canzone più nota è senza dubbio Tanto pe' cantà, il cui testo è stato scritto da Alberto Simeoni, che Petrolini incise nel 1932 e che divenne da subito il simbolo di un certo modo di essere romano, al punto che fu ripresa negli anni successivi da quasi tutti gli artisti più rappresentativi della capitale: per citarne solo alcuni, Alvaro Amici, Gigi Proietti, Gabriella Ferri e soprattutto Nino Manfredi, che con questa canzone otterrà un notevole successo di vendite (1970).

Ecco alcune sue battute:
Adesso ti do un problema: ho un’automobile della forza di 150 cavalli sulla quale possono andare sei persone e l’automobile può fare quaranta chilometri all’ora. Quanti anni ha l’autista?Lo sai o non lo sai? Ha trentadue anni. C’è poco da ridere: è un amico mio; me l’ha detto lui.Ti ha piaciato eh?
Tutto è sbagliato, tutto un mondo da rifare. Ieri un amico mi ha detto: Andiamo a trovare un tale in casa di salute. Era morto, era morto di salute.
Un altro mi indica una cancellata; ma come può essere cancellata se c’è?
Un altro mi indica per strada un signore e mi dice: lo vedi, quello è il perito…Ma come poteva essere perito, se era vivo?
Tutto sbagliato, tutto un mondo da rifare. Un altro mi dice: Ti voglio portare a vedere il cantiere…stavano tutti zitti…non cantava nessuno. Ti ha piaciato, eh?
Tutto sbagliato, tutto un mondo da rifare…per esempio, dicono orologio…ma orologio quando è d’oro, ma quando è d’argento, argentologio, e quando è di nichel, nichelologio.
Tutto sbagliato, tutto un mondo da rifare. Per esempio, miope, quando sono io miope ma quando è lui, luipe, e quando sono loro lorope…Ti ha piaciato, eh?
In Italia non c’è patriottismo. Stasera , magari vado in galera, ma dico tutto; sì, perché tutti i grandi uomini che hanno speso la metà della vita per l’indipendenza italiana vengono cacciati via. L’ho visto io con i miei occhi, scritto: Via Cavour, Via Garibaldi, Via Mazzini. Bisogna scrivere Resta Cavour, Resta Mazzini. Ti ha piaciato eh? Più stupidi di così si muore. Lo sai che differenza passa tra un soldato e il ferro? Che il soldato monta la guardia e il ferro CHINA BISLERI.
E così chiosava sui nobili “Per me ognuno discende da’ le scale di casa sua”.

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Fortunello
RACCONTO IDIOTA

Sono un tipo: estetico,
asmatico, sintetico,
linfatico, cosmetico.
Amo la Bibbia, la Libia, la fibia
delle scarpine
delle donnine
carine cretine.
Sono disinvolto.
Raccolto.
Assolto "per inesistenza di reato".
Ho una spiccata passione per: il Polo Nord. La cera vergine. Il Nabuccodonosor.
Il burro lodigiano. La fanciulla del West. Il moschicida. La cavalleria pesante.
I lacci delle scarpe. L'areonatica col culinaria. Il giuoco del lotto. L'acetolene e l'osso buco.
Sono: Omerico
Isterico
Generico
Chimerico
Clisterico.
Ma tutto quel che sono,
non ve lo posso dire,
a dirlo non son buono,
mi proverò a cantar.
Sono un uom grazioso e bello - sono Fortunello.
Sono un uomo ardito e sano - sono un aereoplano.
Sono un uomo assai terribile - sono un dirigibile.
Sono un uomo che vado in culmine - sono un parafulmine.
Sono un uom dal fiero aspetto - sono Maometto.
Sono un uomo senza nei - sono il 606.
Sono un uomo eccezionale - sono un figlio naturale.
Sono un uom della riserva - sono il figlio della serva.
Sono un uomo senza boria - so' il caffè con la cicoria.
Sono un uomo ginegetico - sono un colpo apopletico.
Sono un uomo assai palese - sono un esquimese.
Sono un uomo che poco vale - sono naturale.
Sono un uomo senza coda - sono una pagoda.
Sono un uom condiscendente - sono un accidente.
Sono un uomo della lega - di chi se ne stropiccia.
Sono un uomo che pesa un gramma - sono un radiotelegramma.
Sono un uomo di Stambul - sono un parasul.
Sono un uom dei più cretini - sono Petrolini.
Sono un uom che fo' di tutto - sono un farabutto.
Ma tutto quel che sono,
non ve lo posso dire,
a dirlo non son buono,
mi proverò a cantar.
Ma poichè non sono niente - sono un respingente.
Se avessi assai pretese - sarei un inglese
Se fossi un Ministro - sarei un cattivo acquisto.
Se avessi il naso camuso - sarei come Caruso.
Se vivessi ognor sperando - morirei cantando.
Se fossi una signora - lo vorrei ancora.
Se avessi riga in letto - sarei Rigoletto.
Se avessi i guanti grigi - sarei di Parigi.
Se andassi retrocarico - sarei austroungarico.
Se avessi una palandra - sarei come Salandra.
Se fossi meno buffo - sarei Titta Ruffo.
Se avessi uno stuzzicadendi - mi pulirei i denti.
Se fossi il Padreterno - guadagnerei un terno.
Se in testa avessi un elmo - mi chiamerei Guglielmo.
Se fossi una sciantosa - farei veder la cosa.
Se avessi un po' di pane - mi mangerei il salame.
E se ne avete a basta - io ve lo metto all'asta.
E quando sarà duro - sarà come un tamburo.
E quando sarà secco - me ne andrò a Lecco.
E quando sarò prete - avrò entrate segrete.
E come le pacchiane - avrò le sottane.
E come tutte le spose - avrò le mie cose.
Se mio nonno avesse la cosa - sarebbe mia nonna.
Se mia nonna avesse il coso - sarebbe mio nonno.
Ma tutto quel che sono
non ve lo posso dire
a dirlo non son buono
mi proverò a cantar.
Se ogni giorno mi purgo - sono Pietroburgo.
Se mi purgo di rado - sono Pietrogrado.
Se fossi una cocotte - passegerei la notte
. Per non aver impiccio - gli brucio il pagliericcio.
Non faccio mai una stecca - sono una bistecca.
Io sono molto astuto - sono uno sternuto.
Se prendo tutti in giro - sono un capogiro.
Se mi fa bene il moto - sono un terremoto.
Se vado alla fogna - sono una carogna.
E se non mi capite - sono una polmonite.
Se fossi più simpatico - sarei meno antipatico.
E se non ve l'ho detto - io sono il sopradetto.
E se non ve l'ho scritto - io sono il sottoscritto.
Ne fo' d'ogni colore - sono un commendatore.
Io sono molto stitico - sono un uomo politico.
Mi piace il socialismo - sono un enteroclismo.
Sono un uomo melanconico - sono un amaro tonico.
Se fossi una ciociara - la venderei più cara.
E gira e fai la rota - di come sono idiota.
Ma tutto quel che sono
non ve lo posso dire
a dirlo non son buono
mi proverò a cantar.


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LAZZI PETROLINIANI

Il colmo della paura: spaventarsi alla vista di una fiera…di beneficenza.
Il colmo di un sarto: cucire le falde…dell'Appennino con…Lago Maggiore.
Il colmo di un cane: dimenare la coda…dell'occhio.
Il colmo della curiosità per un religioso: assicurarsi se la camicia di San Giovanni era di…Battista.
Il colmo del pudore: arrossire nel guardare il didietro…di un palazzo.
Il colmo della castità: rifiutarsi di entrare in una macelleria, per non sentire…gli stimoli della carne.
Il colmo dell'economia: ordinare in trattoria un osso buco, mangiare il buco e lasciar l'osso pel giorno dopo.
Il colmo per un maestro di canto: impostare la voce…nella buca delle lettere.
Il colmo per un suonatore religioso: fare una scala santa.
Il colmo per uno zoppo: mandar via un importuno…su due piedi.
Sai che differenza passa tra un soldato e una guardia? Il soldato monta la guardia, e la guardia non può montare il soldato.
Sai qual è l'animale più disgraziato? E' l'agnello, perché o muore scannato, o muore castrato o muore becco. Sai perché tutti i preti vanno a Salsomaggiore, Fiuggi e Montecatini? Perché vanno lì Preti e tornano Curati.
Sai, è morta la duettista di Sbronzetti!L'altro ieri è morto anche lui!Poveracci! Sono rimasti vedovi tutti e due
Perché al cavallo si mette il morso? Perché non se lo può mettere da sé.
Che differenza passa fra un dente di elefante e un dente di pettine? Con un dente di elefante si possono fare molti pettini, ma con un dente di pettine non si può fare neppure un elefante.
Il mestiere più pericoloso: è quello del calzolaio, perché se sbaglia la misura…ci rimette la pelle.
I pesci che non vanno mai a fondo: sono i…cala…mai. I pesci più eguali: sono i…dentici.
Lo sai perché D'Annunzio è andato in Francia? Per esser più di Dante che fu poeta di…vino, mentre lui sarà poeta di champagne.
Lo sai perché le donne nel mese di agosto dormono meno? Perché sono…d'estate.
Lo sai perché si dice duello? Perché viene fatto con due persone. Perché se fosse fatto con tre si direbbe triello; con quattro quattriello, ecc.
La città dove ci si va per dispetto: Per…ugia.
La città dove si giuoca più a briscola: Giù..ncarico.
La città dove adorano un numero: Bell…uno.
La città più rumorosa: Chiasso.
La città più ghiotta: Lecco.
I popoli più fratelli: i Germani.
I popoli più scomparsi: i Persi.
I popoli più cani: i Danesi.
Cagnolino è quella cosa Che può avere un gran valore,specie poi per le signore,perché è vispo e lecca i piatt.
E' la lingua quella cosa Che si muove per parlare Ma talor può capitareChe si muova stando mut.
E' l'amore quella cosa Che platonico tu chiami Se la femmina che ami Ti vuol dar soltanto il cuor.
Farmacista è quella cosa Se stai bene te ne freghi Viceversa poi lo preghi Se per caso sei malat.
Petrolini è quella cosa Che ti burla in ton garbato Poi dice: ti à piaciato? Se ti offendi se ne freg.
Gastone:

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