Omaggio al grande ALIGHIERO NOSCHESE
Biografia:
Nato a Napoli il 25/XI/1932, dopo avere tentato senza successo la carriera giornalistica, aveva debuttato in radio come imitatore e parodista. Compare come ospite in diverse trasmissioni televisive ed è protagonista in teatro di due spettacoli di Garinei e Giovannini: Scanzonatissimo e La voce dei padroni, ma il salto di qualità avverrà nello show del sabato sera Doppia Coppia, trasmesso da Raiuno nel 1969: in quella occasione riesce ad ottenere l'autorizzazione a imitare personaggi politici, cosa fino ad allora proibita.
Da quel momento, a detta dello stesso Noschese, pare che molti personaggi del campo dello spettacolo e della politica gli abbiano espressamente chiesto di essere imitati, sia per acquisire maggior visibilità, sia per non essere considerati come personaggi di secondo piano. Paradossalmente, essere imitati da Noschese era divenuto sinonimo di massima notorietà.
Raggiunse il successo apparendo in RAI con imitazioni di personaggi celebri di ogni genere, tra i quali politici, attori e cantanti del tempo, fra la fine degli anni Sessanta e nel corso degli anni Settanta. È considerato il più fecondo e popolare imitatore della storia della televisione italiana.
La brillante carriera di Noschese prosegue con le due edizioni di Canzonissima presentate da Corrado e Raffaella Carrà (1970 e 1971), successivamente con Formula due (1973) e Ma che sera (1978).
Oltre alla capacità di riprodurre in modo pressoché perfetto voce, atteggiamenti e caratteristiche fisiche dei soggetti delle sue imitazioni, Alighiero Noschese riusciva a satireggiare in modo sottile e mai volgare, creando gag e battute pungenti. Restano memorabili le sue caratterizzazioni di Ugo Zatterin, moderatore di tribune elettorali, dell'annunciatrice Mariolina Cannuli di cui enfatizzava l'atteggiamento sensuale, dei giornalisti Paolo Cavallina, Ruggero Orlando, Mario Pastore, di Mike Bongiorno, Gianni Morandi, Alberto Sordi, e dei politici Ugo La Malfa e Giovanni Leone.
Il 3 dicembre del 1979, ormai al culmine della sua carriera, a soli 47 anni si tolse inaspettatamente la vita con un colpo di pistola mentre era ricoverato in una clinica romana per sottoporsi a una cura per la depressione. Il suo suicidio destò scalpore e alcuni dubbi per la dinamica dell'accaduto (fu molto strano, infatti, che un uomo malato di depressione e ricoverato in un nosocomio per quella ragione, avesse con sé una pistola) e per le circostanze che lo accompagnarono, che alcuni hanno messo in relazione al fatto che Noschese risultò iscritto alla loggia massonica P2; ma vi è anche l'ipotesi che l'attore abbia deciso di togliersi la vita perché avrebbe scoperto, durante il ricovero, di essere affetto da un tumore.
Comunque siano andate le cose, resta il vuoto che sempre lascia la scomparsa del vero artista: creativo, meticoloso, arguto ma mai sguaiato, originale, innovativo. Resta la nostalgia per quella televisione in bianco e nero intima, familiare, discreta, educata, didattica e divertente, fatta da gente preparata, sul palco e dietro le quinte. Purtroppo, come tutte le cose belle, finite troppo presto, lasciano il languore dell'addio, proprio come la chiosa finale dell'ultimo show di Noschese (Ma che sera del 1978) prima dei titoli di coda:... Alighiero vi saluta e se ne va!
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