Il Terraço Atlântico del ristorante Sobre as ondas (Sopra le onde) a Rio de Janeiro offre una panoramica totale della magnifica spiaggia di Copacabana e dell'antistante Avenida Atlântica. Oltre ad ottimo pesce, cerveja estupidamente gelada, vino e cocktails il locale offre musica dal vivo: si succedono, infatti, conjuntos (complessi) che suonano bossa nova e bossa-jazz. Il felice connubio tra ritmi afro-brasiliani e afro-americani - creato da Antonio Carlos Jobim, Vinicius De Moraes e Baden Powell sullo scorcio degli anni '50 – ha sedotto il mondo esportato, oltre che dai brasiliani (gli stessi Jobim, De Moraes, Powell, e poi Toquinho, Elis Regina, Eliane Elias, Chico Buarque, Astrud Gilberto…), da grossi nomi come Oscar Peterson, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Errol Gardner, Ramsey Lewis, Stan Getz, Count Basie, Monty Alexander… e da noi Mina, Ornella Vanoni, Fred Buongusto, Bruno Martino, Carlo Loffredo, Romano Mussolini, Lino Patruno.
Da questa terrazza, seduto con la tua pipa e con una caipirinha ghiacciata, puoi vedere il sole che si incendia prima di lasciare Copacabana e andare a morire oltre le colline che sovrastano Ipanema e Leblon. Uno spettacolo che la Natura replica ogni giorno e che ti fa comprende quanto essa sia grandiosa e quanto per contro sia insulso l’uomo con la sua indifferenza o, peggio, con la sua ostinazione nel deturpare ciò che Dio ha creato. Questa fantasmagoria di colori, estasiandoti, ti ammonisce a non lasciarti stritolare dalla fretta, dalla smania di avere, di apparire, di prevaricare…
La filosofia cinese insegna che la felicità è l’armonia tra le forze del binomio Yin-Yang (femminile-maschile, freddo-caldo, buio-luce, debole-forte…) nell’uomo e nell’Universo. Quando l’uomo è in armonia con se stesso è in armonia con l’Universo. L’armonia è comprensione, contemplazione, ringraziare Iddio per ciò che si ha senza rendersi infelici per ciò che si potrebbe avere, lasciarsi scaldare il petto dal sole, gioire delle proprie intuizioni e delle proprie emozioni senza volerne fare assiomi: la presunzione di essere depositari di verità assoluta è la causa più frequente delle guerre, delle liti, delle separazioni… mentre la vita, come diceva Vinicius De Moraes, «è l’arte dell’incontro!» Ricordando questo panorama e queste sensazioni ho scritto i versi che seguono:
Sulle onde
Sulle onde
S’erge
Magnifico
L’abisso
Sincrono
S’inarca
Sensuale
Recando il bacio
Della compagna Africa
Un tempo a questa terra
Unita In turbinoso amplesso di vulcani
Sulle onde
Vola Carnale
Il profumo
Della pelle morena, negra, mulatta
Levigata
Come roccia di fiume
Da un soffrire antico
Ferita
Dalla stupidità
Che generò Babele
Ma sempre risanata
Dalle mani di Dio
Sulle onde
Viaggia Il pensiero
Mentre la bossa nova
Culla
L’alambiccare
Faceto
Del poeta
Fino alla vecchia Europa
Scheletrita
Dall’ottusa ragione del consumo
Perché
Non sa stupire più
L'azzurro
Del cielo
Il mare
La luna
Quando annotta?
Perché
Giacciono mute
Lapidi senza eredi
Le pietre
Della storia
Corrose
Dall'angustia dell'avere?
I bar ogn'ora pieni
Di tanti volti vuoti
Irreggimentati
Con gli occhiali alla Matrix
In abiti e tailleurs
Mai un po’ più accesi
D’un grigio o un blu «becchino»
Crani rasati
Stitici
Ossigenate
Isteriche
Come oche all’ingrasso
Sul pastone
Di benzene e dietetici
Pallidi burattini
D’una felicità
Contata a cilindrata
Vi compiango
Sulle onde
L’arancio
Ormai rosato
Del tramonto
Scende a far brillare di topazio
Il ghiaccio nel bicchiere
E all’orizzonte
Un tocco di violetto
Annuncia la prima stella del Cruzeiro.
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